Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Ipab Acireale, lavoratori senza salario: l'Asp illustra il piano di risanamento

Il direttore generale ha dato la disponibilità a chiudere il sospeso del 2011 e a pagare entro novembre il 2012

ACIREALE. Nonostante i lavoratori non siano più sulle barricate anzi, in questo caso, sul tetto, la vertenza dell'Ipab Oasi Cristo Re di Acireale è tutt'altro che risolta.
Le somme raggranellate dai comuni "grattando il fondo" dei bilanci sono servite a pagare appena una mensilità dei lavoratori dell'ente assistenziale, che ne avanzano altre quattro.
Ieri intanto si è tenuta una riunione tra la rappresentanza dei comuni (presenti Acireale e Aci Catena) e il direttore generale dell’Asp, Gaetano Sirna, durante il quale è venuta fuori la disponibilità dell’Azienda sanitaria di chiudere i conti in sospeso per l’anno 2011 e, addirittura, attivare entro i primi giorni di novembre il pagamento delle fatture della prima parte dell’anno 2012.

Da parte dei comuni, gli amministratori intervenuti all’incontro hanno dato la disponibilità al reperimento delle somme utili al soddisfacimento dell’ordinario rapporto con l'Ipab.
"Soddisfatto dell’atteggiamento responsabile dei comuni e dell’Asp" si è detto Basilio Catanoso, che si era impegnato con i sindacati dell'Oasi per organizzare questo incontro. Catanoso si è invece lamentato dell'atteggiamento "irresponsabile" della Regione Siciliana. "Responsabilità" invocata anche dai sindacati, con una lettera aperta firmata da Daniela Volpato, segretario nazionale Cisl Fp e responsabile Cisl Fp etnea, nonché da Alfio Giulio, segretario generale Cisl. "Responsabilità occorrerebbe dalle istituzioni regionali perché si proceda ad ammodernare le regole del settore - scrivono i sindacati - e fare chiarezza sui sistemi di finanziamento che oggi gravano su Comuni, Asp e compartecipazione dei cittadini. Responsabilità sarebbe poi necessaria anche da parte della politica, che non può chiedere al sindacato di fare da cuscinetto alle tensioni sociali, per cavalcare poi l’onda della disperazione". Una tirata d'orecchie per tutti, insomma.

Caricamento commenti

Commenta la notizia