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Librino, gioca a nascondino e cade in un fosso: dodicenne lotta contro la morte

Cristian si era unito ad un gruppo di coetanei, non avendo trovato il compagno preferito con il quale solitamente palleggia

CATANIA. Un volo di tre metri, dentro una voragine della quale, probabilmente, non si era neppure accorto. Cristian, dodici anni, sta lottando fra la vita e la morte.
"Mio figlio rischia di morire" ripete con ossessione il padre che resta in attesa di notizie alla Rianimazione del «Vittorio Emanuele», dove nel corridoio della corsia c'è una processione di parenti, amici, vicini di casa, insegnanti e compagni di classe del piccolo paziente. Gli sono state riscontrate varie fratture e un ematoma cerebrale.
La madre è visibilmente provata. "Siamo preoccupati - dice - al momento non c'è niente di sicuro. Cristian era in coma farmacologico, quando è entrato in ospedale; adesso non lo è più, lo hanno svegliato, ma le sue condizioni restano gravi. Restiamo in attesa. Al momento è cosciente ma questo non vuole dire che sia fuori pericolo". L'altro ieri pomeriggio il dodicenne di Librino avrebbe voluto giocare a calcio, la sua passione, è sceso per strada, si è diretto verso casa di un suo amico con il quale solitamente gioca a pallone, ma non c'era e ha optato per giocare a nascondino con i ragazzi del quartiere.
"Ci sono tante voragini lì - dice il genitore - perché nessuno fa niente per migliorare quel posto? È successo a Cristian, sarebbe potuto succedere a chiunque. I nostri figli non sono sicuri". Un servizio nell'edizione di Catania del Giornale di Sicilia in edicola oggi.

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