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Santa Maria di Licodia, rubato il tesoro dell’Immacolata

Furto sacrilego nella chiesa del Santissimo Crocifisso di piazza Umberto. Rubato il «bavero» della Vergine con gli ex voto

SANTA MARIA DI LICODIA. Il «bavero» dell’Immacolata, con gli ex voto trafugato la scorsa notte nella Chiesa del Santissimo Crocifisso, dove il ladro o i ladri si sono appropriati anche di un ostensorio e un calice, entrambi in argento.

Certamente chi ha effettuato il raid ha agito sapendo cosa doveva prendere, dove doveva prenderlo e come doveva raggiungere obiettivo. Tutto farebbe supporre ad un furto sacrilego su commissione, per il quale il ladro o i ladri, per commettere il quale, si sono fatti chiudere all’interno della chiesa, dopo la funzione vespertina, celebrata nella centralissima chiesa di piazza Umberto.

In questo modo hanno potuto raggiungere con maggiore facilità la canonica, che sapevano in quel momento disabitata, in quanto il parroco Santino Salamone era assente ed evidentemente ne conoscevano i movimenti, per non essere sorpresi nell’atto di rubare, così come sapevano che il reverendo si era recato qualche giorno prima in banca per prelevare dalla cassetta di sicurezza il tesoro mariano per esporlo alla venerazione dei fedeli in occasisone della prossima festa dell’Immacolata.

Nel «bavero», tanti anelli, collane, bracciali, donati dai fedeli alla Vergine in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta o per una ancora da ottenerne. A quanto pare il ladro o i ladri sono usciti da una porta secondaria che dà su via Regina Margherita, senza che nessuno si accorgesse di nulla.

La scoperta è stata fatta dal parroco, una volta tornato in canonica, dove ha trovato quasi tutto a soqquadro. Profondamente amareggiato padre Santino Salamone dell’episodio. "Si tratta di un vero e proprio gesto sacrilegio - dice - per il quale è stata dimostrato scarso timore per il giudizio di Dio e rispetto per le cose sacre. Il mio pensiero in questo momento è rivolto ai tanti devoti dell'Immacolata, che in tutti questi anni hanno donato qualcosa alla Madre di Cristo, rimettendosi nelle sue mani".

Informato del fatto anche il primo cittadino di Santa Maria di Licodia, Totò Mastroianni, il quale ha espresso sdegno per il raid, che non trova alcuna giustificazione ai suoi occhi. "Un gesto vigliacco, che mostra ancora una volta come la nostra società abbia perso ormai tutti i sani valori. A questo punto mi posso solo augurare che colui o coloro che hanno compituto questo furto sacrilego ci ripensino, facciano un passo indietro e restituiscono quanto rubato".

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