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Impianto di betonaggio di Acireale Il caso approda in consiglio comunale

L’opera è stata realizzata alle spalle del cimitero, a ridosso di un agrumeto, nonostante le proteste e i ricorsi

ACIREALE. Torna a fare discutere il cementificio di via Sclafani, la cui situazione dovrà a breve essere discussa in Consiglio comunale. Il cementificio nacque per consentire la realizzazione di un vicino centro sportivo e poi rimase lì, impiantato in piena zona agricola, a impastare e vendere cemento, in maniera del tutto irregolare, tanto che in seguito a una denuncia presentata dai proprietari terrieri vicini, la polizia municipale ha avviato un'indagine che ha portato alla chiusura e all'ordine di smantellamento della struttura.
Ordine mai portato a termine. Perché nel frattempo i vincoli sono decaduti e si è dato vita all'inserimento di una riga nel regolamento edilizio che consente di realizzare in area agricola praticamente tutto. A denunciare la situazione ha provveduto anche il Comitato civico per il Bene Comune: «Avevamo già segnalato il problema ai primi di novembre, e in merito nessuna risposta è giunta dall'amministrazione - spiega Enzo Dato, portavoce del Coordinamento - via Sclafani è un'area destinata a verde agricolo. in prossimità dell’ospedale ed in una zona di «rispetto cimiteriale». Non si è tenuto conto della relazione fatta dal rappresentante del circolo acese di Legambiente Ernesto Raciti, che evidenziava come l'attività di betonaggio sia ritenuta, dalla legislazione vigente, tra le più pericolose per la salute. In tutta questa storia ci sono troppi tantissimi fatti che non hanno nulla a che vedere con la normalità e che sono stati «sottovalutati». Un'amministrazione che non sanziona tali comportamenti e consente che prevalgano gli interessi di pochi a scapito della salute dei cittadini dell’'ordinato assetto del territorio, non può dire di assolvere al compito che gli ha affidato il cittadino».
Ma il sindaco questa volta si schiera al fianco della protesta: «Siamo contrari alla consumazione del territorio in verde agricolo anche per insediamenti produttivi - ribadisce - Più volte ci siamo pronunciati contro, anche riguardo questa specifica vicenda. Fermo restando il totale dissenso e a prescindere da ogni valutazione di solo diritto, il Consiglio comunale non è chiamato ad una presa d’atto ma ad una decisione chiara sulla vicenda, anche a prescindere da quanto proposto dall’Ufficio o dai pareri dei privati. Una decisione che il Consiglio dovrà assumere in piena autonomia e legittimità al fine di decidere se insediare in aree agricole queste attività».

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