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Udc, la difficile scelta dei candidati

Recca, Pistorio e Pezzino tra i «papabili» per il Senato. Forzese, Daidone, Di Salvo, Giuffrida alla Camera

CATANIA. Al sesto piano di un condominio in corso Italia, ieri sera, troppo stretta la sala-riunione della segreteria provinciale Udc per contenere tutti. Specie ora che le elezioni, non solo nazionali, sono dietro l’angolo e la famiglia etnea dei centristi cresce a vista d’occhio. Al Comitato provinciale, convocato per indicare una rosa di sedici possibili candidati locali alla Camera e al Senato, presenti gli ormai ex autonomisti Nicola D’Agostino e Lino Leanza accanto a esponenti «di lungo corso» come Tony Recca — che ha, intanto, lasciato piazza Università al prorettore Maria Luisa Carnazza — Marco Forzese, Salvino Barbagallo, Ernesto Calogero, Antonio Danubio. E Giovanni Pezzino col suo eloquente benvenuto ai «nuovi», invitati a chiedere spazio dopo avere atteso «che nel partito le vacche siano davvero grasse». Tensioni neppure troppo latenti. Il (non facile) bilanciamento tra le varie «anime» dell’Udc è stato affidato al segretario Salvo Calogero e al presidente Angelo Spina, che dovranno inviare il sospirato elenco. Recca col senatore uscente Giovanni Pistorio sembra ormai certo della competizione per Palazzo Madama, come pure Pezzino. Per Montecitorio, invece, dovrebbero concorrere oltre Spina e Calogero gli ex deputati regionali Barbagallo e Salvo Giuffrida, i consiglieri comunali Salvo Di Salvo e Dario Daidone, l’avvocato Francesco Todaro e lo stesso Marco Forzese, pronto a sacrificare per una «chiamata» parlamentare la presidenza della commissione Affari istituzionali all’Ars. Agli organi regionali e nazionali di partito la decisione finale, fatta salva l’incognita rappresentata dalle regole di convivenza con Api, Fli e «montezemoliani» nella Lista Monti.

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