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Paternò, è guerra con i nordafricani: ronde «fai-da-te»

Un commando ha picchiato due extracomunitari. Aperta un'inchiesta

PATERNO'. Ronde «fai da te» a Paternò, dove all’incendio dell’utilitaria della moglie di un consigliere comunale dei democratici, avvenuto mercoledì sera in piazza della Concordia, ha fatto seguito l’aggressione di due magrebini ritenuti responsabili del rogo e degli altri atti di vandalismo che si erano verificati nella zona la stessa sera, ossia il danneggiamento dei copertoni di altre tre vetture. Un episodio fra intolleranza razziale e giustizia sommaria, per il bisogno di sicurezza che gli abitanti della zona sentono particolarmente vivo. Al calar del sole vige il coprifuoco virtuale, in quanto la zona, dicono i residenti, è in balia degli extracomunitari, che si ubriacano e a volte si comportano in modo incivile. Secondo il racconto di molti, danneggiano gli pneumatici delle vetture, incendiano le auto stesse, devastano l’arredo urbano, danno alle fiamme la spazzatura, orinano dietro le porte. Tutto è iniziato alle 21 di mercoledì, quando sconosciuti hanno dato fuoco alla Opel Corsa. Per domare l’incendio è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Che le fiamme siano partite dall’esterno pare non ci siano dubbi. Mentre la squadra di vigili del fuoco domava le fiamme, gli abitanti della zona hanno attirato l’attenzione degli uomini del «115» su altre tre vetture: un’Audi 4, un Fiat Doblò, una Fiat Panda, che presentavano tutte e quattro ruote bucate. Mentre si era in attesa dell’arrivo dei carabinieri per la constatazione di reato, da via Leopardi sono sbucati quattro individui sommariamente incappucciati. «Quante volte ti ho detto che qui non devi starci», avrebbe gridato uno dei componenti del commando, rivolgendosi ad un magrebino che assisteva insieme ad un altro connazionale e ad altri curiosi alle operazioni di spegnimento del rogo. E giù botte da orbi: calci, pugni e colpi di bastoni, mentre i vigili del fuoco si adoperavano anche per separare i contendenti e placare gli animi. Prima dell’arrivo dei carabinieri il commando ha tagliato la corda, mentre i due magrebini, in una maschera di sangue, sono stati medicati sul posto dal personale del «118» per le ferite riportate alla testa.

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