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Concorso esterno in associazione mafiosa, Lombardo interrogato a Catania

Il processo a carico dell’ex governatore che si celebra a porte chiuse, con il rito abbreviato condizionato. La difesa: “Respinta qualunque responsabilità di aver mai chiesto voti a nessuno che egli conoscesse come mafioso”

CATANIA. «Ho risposto alle domande della difesa, ora anche l'accusa farà le sue domande e io cercherò di rispondere». È il breve commento che stamane a Catania l'ex presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo ha fatto ai giornalisti nel palazzo di giustizia del capoluogo etneo durante una pausa dell'udienza del processo nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa, che si celebra a porte chiuse, con il rito abbreviato condizionato davanti al Gup Marina Rizza.
Stamane Lombardo è stato interrogato dai suoi legali e l'udienza proseguirà con il controinterrogatorio da parte della Procura. Uno dei legali dell'ex governatore, Guido Ziccone, parlando con i giornalisti ha detto che Lombardo «ha sostanzialmente dato la sua disponibilità a rispondere su qualunque domanda venisse fatta dall'accusa. Abbiamo fatto domande precise, sintetiche e chiare – ha affermato il legale - alle quali Lombardo ha risposto in modo, a nostro avviso, esauriente, respingendo qualunque responsabilità di aver mai chiesto sostanzialmente voti a nessuno che egli conoscesse come mafioso, di aver avuto contatti con nessuna impresa che gli chiedesse qualcosa da fare, favore o non favore».
«Ha detto che nessuna delle persone che lui conosceva ha fatto nè attività di mediazione nè di altro e ha ritenuto anche di dire che la sua giunta - ha concluso il legale - si è caratterizzata per essersi opposta ai termovalorizzatori facendo risparmiare alla Regione siciliana qualche migliaio di miliardi di vecchie lire».

LOMBARDO: "L'INTERROGTORIO MI LASCIA SODDISFATTO". «L'interrogatorio mi lascia soddisfatto; credo possano essere soddisfatti anche il giudice, i difensori e il pubblico ministero, che hanno avuto da me risposte puntuali che sono andate oltre quelli che erano gli ambiti del processo stesso». Lo ha detto l'ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo al termine di quasi sette ore di interrogatorio - che non si è ancora concluso e riprenderà il 20 marzo - in una udienza, nel Palazzo di Giustizia di Catania, del processo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa.  «Credo di aver dato conto per filo e per segno - ha aggiunto - di tutto, dalla mia vita privata al mio impegno politico ed istituzionale. Riprenderemo il 20 marzo perchè mi hanno interrogato due componenti dell'ufficio del pubblico ministero, penso ci siano altri che vorranno farlo e che ci saranno ancora altre domande. D'altronde l'indagine è tale, si parla di 100 mila pagine, per cui di domande se ne possono fare un'infinità».  «Credo - ha proseguito l'ex presidente della Regione Siciliana - di essere andato ben al di là di quello che forse coloro i quali mi hanno interrogato si aspettassero. Farò così anche il 20 marzo». Riferendosi alle accuse mosse nei suoi confronti da alcuni pentito Lombardo ha osservato: «Tutte le domande hanno trovato una mia risposta puntuale. Io, che conosco come si sono svolti i fatti, ho dimostrato l'infondatezza di alcune fandonie che sono state ampiamente propalate nei mesi e negli anni scorsi».

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