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Discarica non a norma, sequestrata la Tiritì

La Procura contesta all’Oikos di non avere osservato le prescrizioni previste per l’utilizzo dell’impianto come indicato nell’Aia

MISTERBIANCO. La Oikos, la società che gestisce la discarica di contrada Tiritì, non avrebbe rispettato le norme in materia di tutela ambientale. Scatta il sequestro preventivo dell'impianto. Il decreto di sequestro preventivo d’urgenza adottato dalla Procura è stato notificato al rappresentante legale e al direttore tecnico dell'Oikos. La Guardia di finanza, su disposizione della Procura, ha disposto il provvedimento di sequestro dell'impianto che ricade nei territori tra Motta Sant'Anastasia e Misterbianco. In discarica vengono conferiti i rifiuti dei comuni dell'hinterland e del capoluogo etneo. Le indagini delle Fiamme gialle hanno rilevato che la società Oikos non ha osservato le prescrizioni previste per l'utilizzo dell'impianto di discarica così come indicate nell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale), rilasciata dalla Regione Siciliana. Sono stati anche individuati scarichi di percolato con sversamento nel suolo e nel sottosuolo lungo la valle del Sieli e dei torrenti denominati Cubba e Rosa, che confluiscono nel torrente Buttaceto. Entro dieci giorni la società Oikos dovrà regolarizzare e ripristinare le vasche per la raccolta del percolato dell'impianto che continuerà ad essere funzionante. Le Fiamme gialle, che hanno utilizzato sofisticate telecamere a rilevamento termico-infrarosso, con la collaborazione dei tecnici dell'Arpa, hanno acquisito materiale aereo-fotografico con l'impiego di telecamere a raggi infrarossi. Negli ultimi anni, l'impianto di Tiritì, è stato al centro di un ampio dibattito tra le varie forze politiche e i comitati 'No Discarica'. L'impianto è realizzato in territorio di Motta Sant'Anastasia, ma a 300 metri dal centro abitato di Misterbianco. Secondo i comitati "No discarica", Tirití andrebbe non ampliata, ma chiusa perché in una posizione troppo vicina alle abitazioni dei due paesi, soffocati dal cattivo odore proveniente dall'impianto. Anche all'Ars, dopo l'audizione in commissione Ambiente, è stata presentata una mozione per impegnare il governo regionale alla revoca del decreto di autorizzazione all'ampliamento del sito.

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