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Catania, gli "storici" in fuga dal consiglio comunale

Lunga la lista dei politici di vecchio corso che non si ricandidano. Fra i nomi eccellenti che dichiarano di voler rinunciare alla propria carica nell'aula di palazzo degli Elefanti anche La Rosa, Cimino e D'Agata

CATANIA. Nell’Aula di Palazzo degli Elefanti, non mancano quelli che già parlano da «ex». O, almeno, da «prossimi ex». Fra questi, nomi ”eccellenti” come il vicepresidente Puccio La Rosa che, bruciato anche dall’esperienza «ormai conclusa» di Fli, annuncia: «Non tornerò in Consiglio comunale, anche per coerenza con quanto avevo detto nel corso della campagna elettorale regionale e cioè che non si deve restare oltre due mandati in una sede politica. La mia associazione, La Contea, conta comunque di essere ancora rappresentata. Nelle prossime ore, vedremo chi sostenere all’interno di una lista civica».
Vuol mantenere la parola, La Rosa. E fare un passo indietro. Proprio come Saro D’Agata, capogruppo ”storico” del Pd: «Non mi ricandido, come avevo annunciato». Eppure, sembrava confezionata a sua misura la recente decisione della Direzione provinciale del partito che aveva escluso alcuno ”stop” alle candidature dei veterani. Ovvero, per quanti hanno raggiunto le tre consiliature: «Quella proposta (proposto dall’area Berretta-Spataro, ndr) è stata bocciata — commenta D’Agata — ma la cosa non è certo stata fatta per me, visto che non intendo ricandidarmi. Semmai, riguarda Giovanni D’Avola e Lanfranco Zappalà». Per D’Agata, comunque, potrebbero aprirsi le porte della sala-giunta, qualora Enzo Bianco dovesse riuscire a riconquistare la sua vecchia poltrona di sindaco: «Ma prima facciamolo eleggere», taglia corto.
Nel centrosinistra, altro ”gran rifiuto” è quello di Franco Montemagno. Ex Pd, ora esponente ”rutelliano” dell’Api e capogruppo di «Intesa per Catania», Montemagno spiega: «Dopo vent’anni, considero concluso questa esperienza. Non vado in Aula per prendermi il gettone o perdere tempo. È giusto, adesso, dare spazio ad altri. Ai giovani, alle donne. Qualcuno candiderò. Ritengo, comunque, di rappresentare una risorsa. Se c’è chi vorrà utilizzarla, sono a disposizione». Insomma, fa capolino un altro aspirante assessore: «Scontato che sto con Bianco — commenta Montemagno — Poi, si vedrà. Io sopravvivo lo stesso, anche senza incarichi».
Nella lista dei «non torno», anche il capogruppo Mpa Nello Cimino: «Voglio dedicarmi alla mia professione di medico e ricercatore universitario. Ho già speso tanto tempo in Comune, in funzione del mio ruolo. Appoggerà qualcuno e innanzitutto sosterrò il mio partito. Per il resto, attendiamo che Pdl e centrodestra decidano il candidato sindaco. Non per forza, l’attuale. Sarebbe stato bello fare le primarie, adesso però non credo sia più possibile». L’elenco, comunque, potrebbe allungarsi. In bilico lo stesso presidente del Consiglio comunale Marco Consoli, ex Mpa, ora nella Lista Crocetta-Il Megafono, il rappresentante Udc Salvo Di Salvo — «ci sto riflettendo», si limita a dichiarare — e il collega Pdl, Nuccio Condorelli.

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