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Massimo e Stabile, tagli sono sinonimo di chiusura diretta

Preoccupata presa di posizione dei due direttori e del sindacato

CATANIA. «Senza fondi i teatri chiudono». Serio, perentorio, preoccupato. Il direttore del Teatro Stabile, Giuseppe Dipasquale, ribadisce un concetto già più volte espresso nei giorni scorsi anche dal sovrintendente del teatro Massimo «Bellini», Rita Gari Cinquegrana: «Un ulteriore taglio è una condanna alla chiusura dei due teatri». Sindacalisti, attori, dipendenti si sono riuniti ieri nella sala Verga. Domani manifestazione davanti a Palazzo dell'Esa. Sempre domani possibile un incontro con Rosario Crocetta, che si è detto disponibile a discutere la questione.
La revisione della spesa del bilancio della Regione Siciliana ha previsto circa 1,3 miliardi di riduzioni per il 2013. In cifre questo significa che il «Bellini» da 16 milioni passa a 11,5. I lavoratori interessati sono 230 stabili e una cinquantina di precari tra professori d'orchestra, artisti del coro, tecnici e amministrativi. Lo Stabile passa da 2,2 milioni a 734 mila euro. Interessati 38 lavoratori tra tecnici e amministrativi e circa una trentina di stagionali. Per quanto riguarda le compagnie, girano a stagione teatrale circa 150 attori.
I sindacati non ci stanno e fanno fronte comune. «È facile capire il grave colpo che si sta sferrando nei confronti dei lavoratori ma anche della cultura catanese - dicono Cgil, Cisl e Uil e le federazioni Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - che vanta una storia e una tradizione che trae origine dall'essere stata la patria di uomini illustri e di avere anche per questo sviluppato da sempre una significativa vivacità culturale. Ricordiamo a Crocetta che il ”Bellini” è un Ente lirico regionale. Il taglio incomprensibile che decreta la morte dello Stabile arriva alla fine di una stagione già segnata da pesanti riduzioni. La prospettiva è quella di azzerare gli spettacoli e di mandare centinaia di lavoratori a casa".
«La nostra città - dice Rosaria Leonardi, segretaria territoriale Cisl - è stata una delle capitali dell'Illuminismo e rischiamo che potrebbe essere spenta dall'oscurantismo di tagli finanziari irragionevoli».
Antonio D'Amico, segretario generale Fistel Cisl aggiunge: «In un momento di così grave crisi, è fondamentale investire sulla Cultura perché questa mantiene una condizione sociale che evita il totale abbandono dei giovani all'ignoranza».
Giovanni Pistorìo, segretario Cgil e Davide Foti, segretario della Slc Cgil chiedono al governo regionale: «Di non usare la stessa tattica politica che ha usato il passato governo Lombardo».
Infine Rosario Laurini, segretario territoriale Uil, e Giovanni Nicotra, segretario provinciale Uilcom: «Bisogna trovare soluzioni, a partire dalla famosa tabella H, che eroga contributi per 25 milioni senza riscontri sulle attività che ciascuna associazione svolge».  

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