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D’Urso: mi candido sindaco

L’ex direttore generale del Comune e vicecommissario per l’emergenza traffico: «Risvegliare la città caduta in un profondo oblio»

CATANIA. La scheda si allunga. Dopo Lidia Adorno, Enzo Bianco, Maurizio Caserta, Matteo Iannitti, Raffaele Stancanelli - tutti in rigoroso ordine alfabetico - ieri anche Tuccio D'Urso ha annunciato la sua candidatura a sindaco. La sua missione: risvegliare una "città caduta in un profondo oblio".
L'ex direttore generale del Comune e vice commissario per l'Emergenza Traffico, 63 anni, non si fa illusioni - "la mia è una presenza di servizio, fuori dagli schemi e dai partiti" - ma per lui questa scommessa ha innanzitutto il valore di una rivincita, dopo l'odissea del "processo parcheggi" che s'è concluso con la sua assoluzione in primo e secondo grado. Non a caso, d'altronde, l'aspirante primo cittadino ha iniziato dal cantiere di piazza Europa la sua campagna elettorale. E, intanto, ha offerto idee a un dibattito politico troppo arroccato su nomi, sigle e alleanze. Ad esempio, ha annunciato "di voler mettere nei primi sessanta giorni 300 nuovi vigili urbani in giro per la città in modo da garantire sicurezza e viabilità, attingendoli dal personale del Comune con un'operazione a costo zero". Ha, inoltre, suggerito la "realizzazione di impianti di energia fotovoltaica che possono dare non meno di 10 milioni di euro, da destinare in parte alle fasce deboli della popolazione sotto forma di rimborso dell'Imu sulla prima casa e sui costi delle bollette energetiche".
Aumentano disagio sociale, crisi occupazionale, povertà. Per questo, D'Urso ha lanciato una provocazione: "La vendita di 20 prodotti di prima necessità al prezzo di costo, utilizzando anche strutture pubbliche. Un progetto che non realizzerei solo se la grande piccola e media distribuzione si adeguassero immediatamente. Un'amministrazione seria non può che essere a fianco di chi in questo momento non riesce a mangiare". Infine, un siluro all'indirizzo di Stancanelli e Bianco - "due mummie" - e un appello "a riunire le forze in campo" rivolto a Maurizio Caserta.

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