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Corsa alle liste, Leanza «si decide»

Convocati per stasera i vertici del movimento «Articolo 4», chiamati a scegliere chi sostenere tra Bianco, Caserta e Stancanelli

CATANIA. Adesso, si fa sul serio. Da oggi a mercoledì, infatti, sarà possibile depositare le liste per le Comunali di giugno — Municipalità comprese — e, quindi, diverrà evidente «chi sta con chi». Non è un caso, d’altronde, che Lino Leanza abbia deciso di riunire questo pomeriggio colleghi deputati e altri ”colonnelli” del suo nuovo movimento «Articolo 4» per decidere quale candidato sindaco sponsorizzare. Ancora pochi giorni fa, presentandosi con il più enigmatico dei suoi sguardi ai cronisti, aveva detto: «Raffaele Stancanelli, Enzo Bianco, Maurizio Caserta. Per ora, discutiamo con tutti». Resta, comunque, solo questa grande incognita. Ormai certo, invece, che Pdl-Mpa-La Destra dopo molti tentennamenti sosterranno il primo cittadino, mentre il Pd — dopo le roventi polemiche del «caso Berretta» — e gran parte del centrosinistra stanno con l’ex senatore.
Ieri, intanto, primo faccia a faccia tra aspiranti sindaci negli studi di Antenna Sicilia nel corso di un dibattito coordinato dal direttore dell’emittente, Michela Giuffrida. Assente la grillina Lidia Adorno, in ossequio alle regole del Movimento Cinque Stelle, si sono affrontati tutti gli altri: Bianco, Caserta e Stancanelli insieme con Tuccio D'Urso, l’ex direttore generale del Comune al tempo di Umberto Scapagnini, e Matteo Iannitti, leader del Movimento studentesco. Uno contro l’altro, ma tutti d’accordo quando s’è trattato di parlare di Imu. Anzi, contro l’Imu. D'Urso vuole sostituirla con le entrate create, tra l’altro, da «un piano di produzione di energia elettrica alternativa con un parco di 150 ettari che permetterebbe un incasso annuo di 10 miliardi di lire». Bianco, che ha invocato «rigore e crescita», crede possibile tagliare l’imposta sulla prima casa «almeno per le fasce più deboli». Di «abolizione sacrosanta» ha parlato Raffaele Stancanelli — «I 4 miliardi di euro in meno di incasso allo Stato corrispondono alla stessa cifra che sempre lo Stato ha dato alla Monte dei Paschi di Siena» — mentre per il ”prof” Caserta, docente di Economia, «l’Imu dev’essere un'occasione per «discutere di gestione delle entrate, con un Comune che punti a ridurre i pesi aggiuntivi nella riscossione». Avversari bacchettati da Matteo Iannitti: «Cadono le braccia nel sentir parlare di abolizione chi l’Imu l’ha votata».
Il 9 e 10 giugno, comunque, non si voterà solo in città per sindaco e consiglieri — quarantacinque a Palazzo degli Elefanti — ma anche in molti altri centri. Sono Aci Sant’Antonio, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Camporotondo, Castel di Judica, Giarre, Grammichele, Gravina, Maletto, Mascalucia, Mineo, Piedimonte, Randazzo, Riposto, San Cono, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Sant’Alfio, Santa Venerina, Scordia, Trecastagni, Valverde, Viagrande. In cinque casi — Grammichele, Randazzo, Riposto, San Gregorio e Trecastagni — si sperimenterà la novità del «sistema misto» che prevede l’elezione del sindaco con il maggioritario (niente ballottaggio il 24 e 25 giugno) e dell’Aula con il proporzionale. A Catania si sceglieranno pure presidente e dodici componenti per ciascuna delle Municipalità, che intanto sono scese a sei.

 

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