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Catania, custodivano carico di marijuana, un cane li smaschera

CATANIA. Incastrati dalle indagini della polizia e dal fiuto di un cane di nome: Jagus, due insospettabili “custodi dell’erba” – ben 280 chili di marijuana – sono stati arrestati all’alba di oggi dagli agenti della Squadra mobile a Catania, in quella città nella città che è Librino. Gianluca D’Arrigo, 30 anni, e Alessio Giovanni Catanzaro, 37, entrambi incensurati, vicini di casa in un palazzone di viale Moncada, sono finiti in carcere per quei carichi di droga che valgono 500 mila euro all’ingrosso, ma almeno il triplo una volta immessi sul mercato.  Troppa roba, troppi soldi, per non sospettare che il trentenne e l’altro compare fossero soltanto i “terminali” di un clan. E che il blitz nelle due abitazioni di Librino non sia appendice di una più ampia inchiesta sul narcotraffico gestito da una “famiglia” della mafia etnea. Il capo della Squadra mobile, Antonio Salvago, s’è comunque limitato a commentare: “Una nostra attività info-investigativa ci ha portato a ritenere che un grosso quantitativo di droga fosse a Catania, a disposizione dei due incensurati che abbiamo poi catturato”.  D’Arrigo e Catanzaro, sicuri dei fatti propri, tenevano la merce in casa, nascosta dietro un paio di ripostigli per scope e stracci. Ora, sono accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Prima dell’irruzione, cane-poliziotto al seguito, gli uomini della Sezione Criminalità Organizzata sottolineano di avere lungamente controllato i due sospetti, tenendone d’occhio i movimenti nelle rispettive abitazioni che si trovano in due scale dello stesso edificio. Poi, è entrato in azione Jagus: “E’ un pastore belga malinois di rarissime qualità – dicono negli uffici della Mobile – che all’interno delle due abitazioni ha dato prova del suo fiuto sopraffino. In particolar modo, è stato utile in uno dei due appartamenti dove quei sacchi erano meglio occultati”. Così, in casa D’Arrigo sono stati rinvenuti in un ripostiglio per scope e stracci 260 involucri da 500 grammi di marijuana e un sacco da 11 chili, oltre a una bilancia e a materiale per il confezionamento dello stupefacente. Catanzaro, invece, nascondeva dietro una paratia 278 pacchetti da mezzo chilo di sostanza. Come in altri casi, facile ritenere che la marijuana sia arrivata dall’Albania a Catania passando per la Calabria, da dove le “ndrine” gestiscono in pratica tutto il mercato nazionale della droga. Insomma, altro lavoro per la Squadra mobile a poco più di un mese dai dieci arresti nell’operazione contro il gruppo mafioso dei “cursoti milanesi” che gestiva il traffico e lo spaccio di cocaina nella zona di corso Indipendenza.

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