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Etna, la cenere vulcanica causa discordia: «Per la Regione non c’è calamità»

La denuncia del sindaco Garozzo: «Dopo mesi dalla pioggia dal vulcano non è stata trasmessa nota alla protezione civile»

ACIREALE. "Sono passati mesi dalla pioggia di cenere vulcanica, ma ad oggi la Regione non ha trasmesso alcun atto propedeutico perché la protezione civile nazionale approvi lo stato di emergenza e di calamità". Lo denuncia il sindaco di Acireale Nino Garozzo, che dopo aver chiesto lumi direttamente a Roma sullo stato di avanzamento dell'iter, ha ricevuto una nota inviata dal capo dipartimento della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, con cui si segnala che da parte della Regione non è ancora pervenuta alcuna richiesta di dichiarazione.
Un intervento da parte della Regione era stato invocato da parte del sindaco di Acireale e di altri centri del comprensorio etneo, i cui territori, come e più di quello acese, sono stati "vittime" della continua pioggia di cenere vulcanica seguita all'attività parossistica dell'Etna ripetutasi più volte tra i mesi di gennaio e aprile: oltre ad Acireale, Giarre, Riposto, Zafferana Etnea, Milo, Linguaglossa, impossibilitati con le loro sole forze ad affrontare l'emergenza. Rimozione e smaltimento della cenere, pulizia delle strade comunali e intercomunali sono tutti oneri ai quali gli Enti locali non riescono più a far fronte.
Il discorso era stato affrontato dai sindaci anche nel corso di alcuni incontri svoltisi a Palermo con i vertici regionali e col direttore del Dipartimento regionale di protezione civile, dal quale avevano ottenuto lo stanziamento di un fondo per affrontare l'immediatezza dell'emergenza. Ma anche la promessa di coinvolgere il Governo e la Protezione civile nazionale. Cosa che, a quanto pare, non è avvenuta: "Una richiesta da parte della Regione è il presupposto minimo per poter aprire il procedimento a salvaguardia dei danni subiti dalle nostre collettività - osserva il sindaco Nino Garozzo - Non si tratta solo della rimozione della cenere vulcanica da strade e piazze, proprietà pubbliche e private che, già da solo, rappresenta un danno evidentissimo per pubblico e privato, ma anche dei danni per l’indotto produttivo. Primo tra tutti l’agricoltura. Ci risulta davvero inspiegabile il comportamento quasi irrispettoso nei confronti delle attese delle comunità colpite".
"Sollecitiamo il Governo della Regione ad attivare le procedure - conclude il primo cittadino acese -. Le comunità e le municipalità sono unite e fanno fronte unico, senza colori politici, sulla grave e ripetuta emergenza. Fermo restando che insistiamo, ancora, sulla proposta di un piano generale di intervento complessivo in caso di caduta cenere, che comporti un prezzo unitario da fissare per raccolta e smaltimento della cenere stessa. Tutti elementi che giovano alla speditezza degli interventi e alla trasparenza degli stessi”.

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