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Municipalità a Catania, Longo: un pasticcio

L’accorpamento territoriale delle circoscrizioni ha finito con il creare delle macroaree difficili da governare, anche perché risultano eterogenee

CATANIA. Esce allo scoperto il presidente della neonata Sesta municipalità frutto dell’accorpamento deciso dalla passata amministrazione di Palazzo degli Elefanti. Lorenzo Leone è critico sulla riforma del decentramento cittadino. «In un territorio vasto come il nostro — dice — e difficile gestire quella che una volta era la Nona e la Decima municipalità. A questo punto la prima cosa da fare è quella di capire il territorio dall'interno. Esiste un grave problema di sicurezza provocato dalla presenza di zingari nella zona di San Giuseppe La Rena. Anche i problemi di viabilità sono certamente urgenti, non solo in riferimento alla circolazione dei veicoli ma anche all'isolamento di alcune zone».
L'ampliamento della metropolitana potrebbe essere una soluzione a quest'ultimo problema... «Soltanto per quanto riguarda la zona sud. Per il resto, ad esempio San Giorgio, dev'essere servito diversamente».
Restando sulla riforma del decentramento, Lorenzo Leone ritiene che l'elezione diretta aumenti realmente il potere del presidente di municipalità... «L'elezione diretta fornisce al presidente una maggiore legittimazione agli occhi dei cittadini, che gli permette di lavorare in modo più sereno e soprattutto estraneo agli accordi interni al consiglio».
Ma di cosa c'è bisogno per conquistare anche in futuro i favori della gente, in una zona tradizionalmente schierata con il centrodestra, un presidente di centrosinistra? «Senza dubbio la presenza di Enzo Bianco sul territorio è stata determinante in quest'ultima campagna elettorale. Per il futuro non dobbiamo fare altro che lavorare, specie nella ex Nona municipalità, preda di un degrado da arginare con ogni mezzo.

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