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Giarre, migranti occupano il pastificio

GIARRE. C'è un ghetto che pulsa di vite e di singolari storie personali, nel cuore del centro storico di Giarre. Una storia di miseria e di degrado che si consuma quotidianamente sotto gli occhi degli abitanti del quartiere e perfettamente a conoscenza delle forse dell'ordine locali e dei servizi sociali comunali. Da quasi un anno, ormai, in un cortile del pastificio dismesso di via Manzoni, si è costituito un vero e proprio accampamento con materassi buttati per terra e vecchie roulotte e tende in cui, tra sporcizia e degrado indicibili, senza servizi igienici e senza acqua, vivono decine di extracomunitari di varia nazionalità. Anziani, donne, bambini piccolissimi, uomini di colore che vivono mendicando agli ingressi delle chiese e dei supermercati, spesso esibendo i piccolissimi in fasce, da sfamare. Non sono zingari, sono una vera e propria comunità autonoma che vive una vita parallela a quella dei cittadini. In questi giorni, da quanto è stato possibile apprendere, a causa dell'allarme sociale dettato più dalla pietà verso queste persone sventurate, sembra che il comandante della locale polizia municipale, Maurizio Cannavò, abbia presentato al neo sindaco Roberto Bonaccorsi un rapporto dettagliato sulla situazione di vera e propria emergenza, provata anche da diversi sopralluoghi effettuati, chiedendo perfino un sollecito alla Prefettura e all'Ufficio immigrazione della Questura, per ottenere in tempi rapidi una soluzione e cercare di mettere fine ad una delicata vicenda che, come detto, ha ormai tutti i contorni di una emergenza sociale. Già nel febbraio scorso, dopo una serie di interventi congiunti di carabinieri e polizia locale, si era giunti ad attuare uno sgombero coattivo, accantonato perché sarebbe stato necessario identificare i presenti con il supporto di assistenti sociali e associazioni di volontariato e individuare un luogo idoneo per la loro accoglienza, prima di procedere ad azioni di forza. A distanza di mesi sarebbe stata effettuata la sola identificazione, mentre il numero delle persone accampate è cresciuto ulteriormente. Le scene a cui assistono gli abitanti del quartiere sono drammatiche: liti notturne bambini lasciati per strada, gruppi di persone che rovistano tra le immondizie e i contenitori di vestiti destinati alle associazioni benefiche.        

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