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Tragedia dell’immigrazione a Catania: due i fermi

CATANIA. Sono uguali. Giovani, poveri, alla  ricerca di fortuna, senza alcun desiderio di rientrare nel  proprio Paese. Non ci sono molte differenze tra le vittime e i  presunti carnefici, i cosiddetti scafisti, del tragico sbarco di  migranti di ieri sulla spiaggia catanese dove sono morti sei  ragazzi tra i 17 e i 27 anni, già identificati. Oggi sono stati  fermati due egiziani di 16 e 17 anni che si davano da fare sul  barcone come mozzi-vivandieri e che gli investigatori vogliono  capire se hanno avuto un ruolo nella traversata: sono accusati  di favoreggiamento dall'immigrazione clandestina. Almeno tre  persone, che conducevano il natante, si sono invece tuffate in  acqua e si sono dileguate prima della tragedia e dell'arrivo  della polizia.    


Il filo della speranza di una vita nuova si è spezzato per  sempre per il ventisettenne egiziano, tra le vittime, che era al  suo quinto viaggio ed era stato rimandato indietro già quattro  volte dal 2004. L'ultima volta lo scorso aprile. Il dato è  emerso dalle indagini di carabinieri e polizia. Sarebbe sbarcato  per la prima volta in Italia, a Siracusa, nel 2004. È stato  rimpatriato ma è ritornato in Italia. È stato bloccato infatti  anche durante altri controlli in Sicilia, nel 2006, a Biella nel  2009 e l'ultima nell'aprile scorso a Siderno. Sulla storia della  giovane vittima si sa poco, oltre i dati investigativi, perchè  nessuno dei migranti che hanno compiuto la traversata con lui lo  conosceva.    


E oggi ha riaperto il lido verde, il tratto di spiaggia dove  sono stati poggiati i cadaveri dei sei migranti ieri dopo la  tragedia. Tutto sembra normale: gente che fa il bagno o prende  la tintarella e i venditori ambulanti, magari anche loro giunti  qualche tempo fa con un barcone, a vendere merce. Ieri il  gestore, il friulano Dario Monteforte, si era prodigato per  soccorrere le persone arrivate a nuoto sulla battigia  annunciando la chiusura per lutto come «un atto doveroso».   Ora dice: «Non posso chiudere il lido: la balneazione è un  servizio che deve essere reso pubblicamente. Poi sul piano  morale non vedo perchè gli utenti debbano subire questa  imposizione, oltre a quello che è opportuno. Oggi si cerca di  tornare piano piano alla normalità. È una regola di buon senso.  Chiudere anche oggi sarebbe stata un forzatura».  Stamattina su quella spiaggia è andata una ragazza che ha  portato dei fiori. Ha recitato una preghiera e poi ha gettato il  mazzo in mare.    


Secondo i primi dati raccolti dalla procura catanese, che  indaga insieme a quella per i minori, i migranti sarebbero  salpati una settimana fa dall'Egitto a bordo di una 'nave  madrè, probabilmente un grosso mercantile, che li ha portati al  largo della Sicilia. Poi sono stati fatti salire sul piccolo e  vecchio peschereccio che trainavano che èstato lasciato da  'solò per circa 36 ore in mare: corsa finita quando si è  arenato sul lungomare della Plaia. Fonti investigative e  giudiziarie ritengono la ricostruzione fornita dagli stessi  naufraghi «univoca e attendibile», suffragata anche «dalle  non cattive condizioni di salute» degli extracomunitari che  sarebbero rimasti senza alimenti e bevande nelle ultime 12 ore.  Sempre dall'Egitto sarebbe partito il barcone che si è  arenato sulla spiaggia di Monasterice (Reggio Calabria) e si è  capovolto provocando terrore tra gli 80 migranti a bordo: non vi  sono fortunatamente feriti. Il gruppo è composto da egiziani e  siriani che si sono dispersi lungo la statale 106 ionica prima  di essere fermati dalle forze dell'ordine.     


Il quadro geopolitico in mutazione, con Egitto e Siria  dilaniati da guerre civili non lascia presagire nulla di buono.  Sono cambiate proprio per questi sconvolgimenti le rotte  migratorie verso l'Italia. Sempre più natanti colabrodo  giungono nelle coste siracusane e calabresi (12 negli ultimi 15  giorni) e ora anche a Catania segno che le partenze avvengono o  dall'Egitto o dalla parte più a est della costa libica  trasportando non più solo somali, eritrei, centrafricani,  maghrebini, ma anche chi fugge dalle nuove guerre. Ne è  convinto anche il sindaco di Catania Enzo Bianco: «Vorrei  lanciare un appello: nei prossimi mesi ci saranno tanti altri  sbanchi, è l' Europa che deve farsi carico di un esodo che può  avere conseguenze gravissime».  

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