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Trecastagni, indennità contestate

La pubblicazione della delibera con gli emolumenti di sindaco e assessori ha scatenato critiche al vetriolo, dopo l’annuncio della rinuncia

TRECASTAGNI. La pubblicazione della delibera comunale con gli emolumenti percepiti dal neosindaco di Trecastagni, Giovanni Barbagallo e dai suoi assessori ha scatenato una valanga di critiche al vetriolo, considerando che, in campagna elettorale, il primo cittadino aveva espresso la decisione di rinunciare allo stipendio che gli spettava.
"L'impegno di non percepire alcuna indennità di carica- chiarisce Giovanni Barbagallo - è stato mantenuto non solo da me, ma anche dagli assessori Torrisi, Trovato e Petralia. Nella delibera comunale pubblicata non si poteva scrivere che gli emolumenti non verranno percepiti, sia per ragioni di carattere fiscale (dovremmo pagare a nostro carico le tasse sulle somme a cui abbiamo rinunciato), sia per ragioni di carattere amministrativo (manca un apposito capitolo con finalità sociali sul quale versare le suddette somme). In assenza di tale capitolo, appositamente dedicato, che sarà istituito in sede di bilancio 2013, gli emolumenti verranno percepiti come partita di giro e devoluti, previo rilascio fattura o ricevuta, ad enti o associazioni in base alle esigenze che, di volta in volta, verranno individuate. Si fa presente, inoltre, che l'amministrazione, facendo fede all'obiettivo di abbattimento di sprechi e spese superflue, non ha mai utilizzato nè il telefono di servizio, nè la macchina di rappresentanza per espletare le mansioni del ruolo assunto. Nei prossimi giorni verranno rese note tutte le iniziative adottate in questi primi mesi di attività amministrativa. Sui costi della politica ,comunque,non accetto lezioni perchè sono note a tutti le mie battaglie contro gli sprechi e i privilegi di classe; basti pensare che la Regione Siciliana, grazie alla mia proposta di legge sulla riduzione dei deputati (da 90 a 70) ,risparmierà circa trenta milioni di euro in cinque anni".

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