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I beni dei mafiosi confiscati a Paternò: «Ora appartengono alla comunità»

CATANIA. Siglato tra il comune di Paternò e l'associazione "Libera", un protocollo d'intesa per utilizzare nel modo migliore due beni sequestrati alla mafia e consegnati al comune paternese.
Il primo è un immobile circondato da un agrumeto e che si trova nella zona di Mulini, attualmente adibito in modo parziale a "ricovero" per cani randagi; l'altro, si trova a ridosso della frazione di Sferro, per il quale ancora il Comune non ha deciso come utilizzarlo. Il protocollo sottoscritto a Palazzo Alessi, è servito a gettare le basi di un lavoro di sinergia con la Prefettura e dare modo, ad esempio, ad associazioni di giovani di creare anche un'opportunità di lavoro. Soddisfatto il sindaco Mauro Mangano: «Si lavora insieme per recuperare i due terreni, col l'impegno di utilizzarli al meglio - afferma il primo cittadino - adesso, valuteremo le modalità ed i criteri. Quanto prima il consiglio comunale paternese sarà chiamato ad esprimersi sul regolamento relativo all'assegnazione dei beni confiscati alla mafia».
L'associazione Libera sarebbe stata spinta a collaborare con l'amministrazione comunale anche a seguito degli attentati subiti dall'imprenditore agricolo Emanuele Feltri, al quale furono ammazzate diverse pecore per "scoraggiarlo" a proseguire la sua lotta per la tutela della Valle del Simeto: «Pronti a lavorare con l'amministrazione - afferma Renato Camarda, uno dei responsabili di Libera Catania - con l'obiettivo di impiegare al meglio i due beni tolti alla mafia e che verranno messi a disposizione della comunità paternese».

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