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Catanesi in menopausa, oltre la metà incontinenti

CATANIA. Gli uroginecologi italiani hanno scelto per la prima volta il capoluogo etneo come vetrina per fare conoscere i risultati di ultima generazione sul frone della diagnostica e di intervento, per trattare aspetti molto importanti sotto il profilo sanitario e sociale come l'incontinenza urinaria femminile, il prolasso della vescica e le principali disfunzioni dell'area perineale, che alterano frequentemente la qualità di vita della donna. «Il programma - dice Giuseppe Ettore, direttore del dipartimento Materno-infantile dell'ospedale «Garibaldi» tratterà anche argomenti innovativi, quali i landmarks neuro-anatomici nella chirurgia del pavimento pelvico e le biotecnologie».


Vito Leanza, responsabile dell'unità operativa di Uroginecologia dell'ospedale «Santo Bambino»: «L'impatto sul territorio è evidente per poter meglio curare le pazienti affette da tali problemi che colpiscono nell'hinterland catanese, una percentuale che supera il 50% della popolazione femminile in post-menopausa». Una delle tecniche è l'intervento Tict messo a punto di recente.


Giuseppe Pozzi, vicepresidente esecutivo di Federanziani, si è soffermato sull'abbattimento degli sprechi e l'ottimizzazione delle risorse per affrontare le criticità: «La prevenzione è la protezione della salute del cittadino, un atto medico fondamentale questa è la vera rivoluzione». Attualmente vi sono più malati affetti da incontinenza che diabetici.
In chiusura dei lavori della prima giornata (oggi seconda sessione), Giuseppe Ettore ha ribadito come sia essenziale il contatto con i pazienti, per cui: «Bisogna riflettere qual è la nostra posizione soprattutto nel ruolo centrale con il paziente che ha bisogno di noi, trattandosi di persona prevalentemente anziana».

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