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«Mai più violenze sulle donne», eventi a Catania per la giornata mondiale

CATANIA. Una città mobilitata ieri per «La giornata mondiale per il contrasto alla violenza di genere». Uomini e donne delle associazioni catanesi hanno partecipato alla manifestazione di respiro internazionale aderendo allo «Sciopero delle donne», iniziativa ideata da tre giornaliste italiane. Le iniziative etnee hanno preso il via di mattina dinnanzi al Tribunale di Catania, all’interno del quale era in corso l’inizio del procedimento di secondo grado contro Loris Gagliano, ex fidanzato di Stefania Noce, 24enne uccisa il 27 dicembre 2012 a Licodia Eubea. Le donne e gli uomini delle associazioni Le Voltapagina, Snoq Ct, Associazione Sen Licodia e La-Ragnatela hanno ricordato le vittime della violenza di genere indossando giacche, sciarpe, maglioni, cappelli e altri indumenti di colore rosso. «Per lo sciopero» ha detto Elena Caruso, dell’associazione Le Voltapagina «è stato scelto il rosso che simboleggia la vitalità per stimolare le donne a reagire». Tra le associazioni presenti c’era anche l’associazione Sen, Associazione Stefania Erminia Noce. «Essere qui oggi - ha affermato Adriana Palmieri, presidente dell’associazione - per noi non significa far sentire solo la nostra voce contro la violenza, ma fare sentire anche quella di Stefania che vive ancora tra noi, anche se qualcuno ha provato a spegnere il suo spirito». Solo le donne e gli uomini delle associazioni erano in maggioranza presenti. I grandi assenti, esterni alle associazioni, sono stati soprattutto gli uomini. «La nostra presenza qui - ha detto Biagio Tinghino, associazione La Ragna-Tela - non deve essere solo di supporto alle donne. Deve scaturire da una presa di coscienza delle proprie responsabilità. Dobbiamo superare il patriarcato e capire che la donna non è un oggetto del possesso. E dobbiamo farlo partendo dai modi di dire e dalle espressioni fuori luogo che utilizziamo quando ci rivolgiamo a loro». Le iniziative sono proseguite nel pomeriggio in piazza Stesicoro attraverso performance musicali e letture di poesie sul tema della violenza. Momenti di sensibilizzazione a cui si sono unite altre associazioni e in cui hanno preso vita altri atti simbolici, come le sedie rosse di «posto occupato». Sedie vuote sotto le quali sono state sistemate delle scarpe rosse per sottolineare l’assenza delle tante e troppe donne uccise dal proprio compagno. Donne che avrebbero potuto manifestare insieme a tutte le altre, se solo la violenza maschile non le avesse volute spegnere per sempre.

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