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Catania, l’appello di Gullotta: «Salvare l’ex Collegio dei gesuiti»

L’attore si rivolge al sindaco e a Crocetta: «Sono vicino ai ragazzi, non si può tollerare il degrado»

CATANIA. Il silenzio delle Istituzioni è assordante. Ancora nessuna presa di posizione, né ufficiale né ufficiosa. Non si sono accesi i riflettori sull’occupazione dell’ex Collegio dei gesuiti di via Crociferi, fino a quattro anni fa sede dell’Istituto d’arte. Da Napoli, dove si trova in tournee, giunge, però, forte l’appello di Leo Gullotta che una cinquantina di anni fa era studente proprio dell’Istituto d’arte, all’epoca ospitato nell’ex monastero dei Benedettini, in piazza Dante. «Rivolgo un invito, pressante, al sindaco Enzo Bianco affinchè solleciti il presidente della Regione ad intervenire. Crocetta è sensibile ai problemi della cultura e dei diritti e non può trascurare una vicenda così paradossale – ha dichiarato l’attore catanese, originario del “fortino” -. Mi sembra di capire che il modesto cedimento di una porzione di copertura è stato il pretesto per dichiarare inagibile l’intero edificio e “sfrattare” l’Istituto d’arte. Da allora nulla si è fatto è, adesso, l’ex Collegio è in uno stato di abbandono e di degrado che si aggrava di giorno in giorno. Una vicenda tristissima che è il frutto di una cattiva politica e di una peggiore burocrazia». Nel 2009 fu l’allora direttore generale dei beni culturali Gesualdo Campo a sollecitare la restituzione dell’immobile, occupato, senza titolo dall’Istituto d’arte, alla Regione, proprio alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico. Uno sfratto che costrinse la Provincia a dover pagare un affitto mensile onerosissimo per trasferire in fretta e furia studenti, docenti e laboratori nella sede dell’ex Leonardo da Vinci al viale Vittorio Veneto. Leo Gullotta si accalora: «Sono vicino ai ragazzi: se la loro è una provocazione hanno fatto bene perché non si può tollerare il degrado di una via bellissima come quella dei Crociferi, con le sue chiese barocche, i campanili, le scalinate, i marmi e la pietra lavica. Bisogna recuperare l’ex Collegio, restituirlo alla città come contenitore culturale». Federica Frazzetta, studentessa di Scienze politiche, portavoce del collettivo Aleph, intanto, incassa la solidarietà della gente del quartiere. «Ci stanno aiutando, abbiamo il loro conforto morale e materiale: ci aiutano a spazzare e ci offrono un caffè caldo. Siamo diverse decine di ragazzi, ma anche adulti, impegnati a ridare decoro e fruibilità a questo spazio abbandonato da anni. Siamo pronti a lasciare la struttura appena verrà il primo operaio per iniziare i lavori di recupero». E oggi, alle 19,assemblea pubblica per presentare i programmi del centro sociale con aperitivo di autofinanziamento.

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