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Catania, nomadi abbandonati al degrado «Puntiamo sull’integrazione»

CATANIA. Degrado, abusivismo. E disagi, sofferenze, innanzitutto per quei nomadi - «sono circa ottocento», afferma l'assessore comunale alle Politiche sociali, Fiorentino Trojano - che vivono attualmente in città. Gli insediamenti più affollati si trovano nel rione Zia Lisa, ad Acquicella porto, al "Turati" di viale Kennedy e a San Giuseppe La Rena. Dell'emergenza-nomadi s'è parlato ieri nel corso della trasmissione "Ditelo a Rgs", in onda dal martedì al sabato tra le 7.15 e le 9. A Catania, moltissimi rom e "senzatetto" extracomunitari vivono in baraccopoli - se non peggio - di cui nessuno sembra accorgersi, salvo poi lasciare che il problema esploda com'è avvenuto lo scorso anno, quando una delle comunità più numerose aveva trovato spazio in un'area a ridosso dell'aeroporto e lo scalo era stato affollato dagli zingari. A Palazzo degli Elefanti, nella precedente consiliatura, s'era allora finalmente parlato di rom in città e di cinque insediamenti fuori controllo, privi di tutto, tra cui quello nel quartiere di Fontanarossa, poi sgomberato. L'assessore Fiorentino Trojano ammette che i nomadi mandati via in dicembre sono tutti tornati. Magari, sono anche di più: «Noi, invece, vogliamo puntare sull'integrazione. È già operativo un programma di inserimento dei minori nelle scuole e un piano di visite sistematiche nei campi, una o due volte a settimana, da parte di assistenti sociali e volontari. Da pochi giorni, tra l'altro, è attiva a Catania anche "Emergency". Problemi non solo nel capoluogo, comunque. A Giarre, s'è risolto solo recentemente un lungo braccio di ferro con un centinaio di nomadi, tra cui molti minori, che avevano occupato l'ex pastificio "Strano". Sono stati necessari due interventi delle forze dell'ordine, coordinati dalla Prefettura, per sgombrare quel relitto di stabilimento industriale. Che resta lì, abbandonato e malmesso. In attesa di nuovi, disperati inquilini non paganti.   GE. M.        

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