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Racket del «caro estinto» in corsia ad Acireale

ACIREALE. L'hanno chiamata operazione: Gabbiano, come il nome della Onlus tramite la quale, secondo gli investigatori del Nucleo operativo della Compagnia carabinieri di Acireale, il clan Santapaola-Ercolano aveva allungato le proprie mani anche sulle ambulanze. Una storia sinistra, fatta di "avvoltoi" che giravano per i reparti del "Santa Marta e Santa Venera" in attesa del morto, di interventi di pronto soccorso che servivano come visite "ticket esenti" per i boss, di minacce ai medici, alle altre associazioni di trasporto e persino ai parenti del morto che non volevano usufruire dei servigi della onlus. Un'indagine, come spesso accade, partita "per caso", dal lavoro svolto dagli investigatori su una serie di rapine avvenute tra Catania, Acicatena e Riposto. Tra le varie attività del gruppo autore delle rapine, ne salatva infatti fuori una che consentiva di lucrare sui servizi resi dalla onlus "Il Gabbiano", appunto. Soprattutto, l'attività si concentrava sui casi di decesso avvenuti all'ospedale: soggetti riconducibili alla onlus, nonostante i divieti imposti dal regime ospedaliero, si aggiravano come avvoltoi tra i reparti, in attesa del morto, così da far trovare l'ambulanza della loro associazione nel posto giusto e al momento giusto. Se altre associazioni di trasporto si presentavano alla porta, venivano invitate a lasciar perdere, anche con le cattive maniere, se necessario. E, se necessario, si arrivava anche a minacciare i parenti dei deceduti che non avessero intenzione di usufruire dei servigi della onlus. Era sempre "Il Gabbiano" a occuparsi dei funerali in ospedale, grazie a una ditta di onornaze funebri "di fiducia". Ma c'era dell'altro. Spesso l'ambulanza del "Gabbiano" portava in regime di "pronto soccorso" all'ospedale di Acireale uomini riconducibili al clan Santapaola per far ottenere loro delle visite mediche "ticket esenti", sulla base di un regime di emergenza, nei casi specifici inesistente. L'operazione che ha scoperchiato questo "sistema" ha portato in carcere sei uomini, catturati ieri notte dai carabinieri: i pregiudicati Stefano Sciuto, 31 anni, Camillo Brancato, 37 anni, Calogero polisano, 45 anni e Cirino Cannavò, 41 anni; e due incensurati di 48 e 42 anni.

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