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Catania, il delitto al cimitero: si ipotizza una rapina

Gli investigatori stanno vagliando, oltre la pista passionale, anche l’ipotesi che ad uccidere la vedova sia stato un rapinatore. Oggi è prevista l’autopsia, nel reparto di medicina legale dell’ospedale Garibaldi

CATANIA. Un sopralluogo in casa di Maria Concetta Velardi, la vedova di 59 anni, trovata morta martedì scorso lungo uno dei viali del cimitero di Catania, assassinata a colpi di pietra al viso e al corpo. Il secondo sopralluogo, dopo quello sul luogo del delitto, per cercare di fare luce su quanto accaduto. Ad una settimana dall’omicidio, gli investigatori della Squadra Mobile che seguono le indagini e gli 007 assunti dal figlio della vittima Fabio Matà, stanno valutando oltre al movente passionale quello della rapina. La vedova aveva con sé un borsello con alcuni contanti e oggetti personali. L’assassino, quel maledetto pomeriggio, potrebbe averlo portato via, nel tentativo di rapinarla. Ma non casualmente. Forse perché conosceva nel dettaglio il contenuto. Il sopralluogo nell’abitazione di via Macello 10 potrebbe quindi servire a trovare un dettaglio, un particolare che possa permettere una sommaria ricostruzione e risalire al colpevole. Intanto sull’ipotesi del delitto passionale, gli investigatori hanno in mano qualche particolare in più. Ad importunare Maria Concetta Velardi alcuni anni dopo avere perso il marito, sarebbe stato un venditore ambulante che utilizzata una moto ape per i suoi spostamenti: l’uomo che avrebbe rivolto delle attenzioni alla vedova, è stato ascoltato dagli investigatori e ha fornito un alibi. Gli avvocati Giuseppe Lipera e Grazia Coco che assistono il figlio della vittima hanno tracciato un profilo psicologico dell’assassino che potrebbe essere quello dell’erotomane. Quello di un uomo spinto dall’amore ossessivo non corrisposto e i comportamenti che ne scaturiscono. Secondo la psicologa e criminologa Lucia Patti, ingaggiata dallo studio legale: «L’amore ossessivo non corrisposto viene definito come erotomania ovvero la convinzione di essere amato da un individuo di sesso opposto. Spesso tra il soggetto erotomane e la persona oggetto del delirio – si legge nella relazione dell’esperto - non esiste alcun rapporto di conoscenza, al massimo ci può essere stata una presentazione e lo scambio di qualche frase di circostanza, niente di più. Partendo dalla convinzione di essere amato l’erotomane sviluppa tutta una serie di false credenze collegate a quella principale. Nella maggior parte dei casi l’erotomane pensa che sia stato l’altro ad innamorarsi e a dichiararsi, ma tale dichiarazione è talmente sottile che solo lui può comprenderla, oppure, si convince che l’altro ha dichiarato il suo amore attraverso dei messaggi cifrati che anche in questo caso solo lui può capire, a volte anche  la semplice ed insignificante postura del corpo può essere interpretata  come un messaggio cifrato. A questo punto entrano in gioco dei comportamenti collegati, articolati in tre fasi: la fase della speranza, la fase del dispetto e la fase del rancore». Ieri pomeriggio, intanto, il medico legale Giuseppe Ragazzi incaricato dalla Procura della repubblica di Catania ha iniziato la perizia necroscopica con l’esame esterno del cadavere per passare poi alla tac, la tomografia per accertare eventuali danni interni al corpo della donna. Oggi è prevista l’autopsia, nel reparto di medicina legale dell’ospedale Garibaldi. L’esito dell’autopsia servirà ad accertare innanzi tutto l’orario preciso dell’aggressione a colpi di pietra, e dunque gli investigatori potranno ricostruire tutti i passaggi compresa la posizione del figlio che ha detto di essersi allontanato dal cimitero per prendere un caffè, luogo dove poi è ritornato.

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