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Catania, la Uil: "Una provincia in cassa integrazione"

In aumento pure il dato relativo al periodo gennaio-febbraio 2014 con un più 11,2%, per una preoccupante tendenza al peggioramento della recessione

CATANIA. Una provincia in cassa integrazione, quella di Catania. Con percentuali di crescita che sfiorano il 400% nel confronto fra febbraio 2013 e quello appena concluso. Sono i dati elaborati dal Servizio Politiche del Lavoro della Uil e contenuti nel Rapporto Nazionale sulla Cassa Integrazione Guadagni diffuso ieri. “Aumenta il ricorso alla Cassa integrazione ordinaria e crescono in maniera esponenziale, inquietante, le aziende che scivolano dalla Cig ordinaria a quella in deroga perché non sono uscite dal tunnel della crisi”.
E’ l’analisi di Angelo Mattone, segretario generale Uil di Catania, che aggiunge: “Stando al Rapporto Cig, schizza drammaticamente la Cassa in deroga nel nostro territorio. Più 390,3 per cento nel confronto tra febbraio 2014 e lo stesso mese dello scorso anno. Più del triplo rispetto alle cifre regionali, attestate sul più 115,1 per cento. In aumento pure il dato nel periodo gennaio-febbraio 2014 con un più 11,2 che segnala una preoccupante tendenza al peggioramento di un eloquente barometro della recessione. Insomma, Catania si conferma luogo-simbolo dell’emergenza lavoro in Italia e da questa provincia vogliamo ribadire con forza la richiesta della Uil nazionale perché il governo Renzi assicuri adeguato finanziamento alla Cassa in deroga nel 2014, per almeno un miliardo. E perché ripensi a un errore della legge di Stabilità con la riduzione della copertura salariale per i lavoratori in contratto di solidarietà che, ad esempio nel nostro territorio, ha rappresentato uno strumento fondamentale per gestire i processi di ristrutturazione”.
Nel dettaglio: nel periodo gennaio-febbraio 2014, sono lievitate le richieste di ore di Cig nell’industria (+ 140,2 per cento) e soprattutto nell’artigianato (+ 142,3) settore trainante dell’economia etnea. Inarrestabile l’emorragia in edilizia (+ 12.8) che già lo scorso anno aveva conosciuto numeri da brivido inducendo le organizzazioni sindacali catanesi a scendere in strada per la Marcia dei Cappelli di Carta. Prosegue Angelo Mattone: “Non siamo disponibili a restare inerti dinanzi a un processo di desertificazione produttiva che, per noi, significa soprattutto la mortificazione e l’azzeramento di risorse umane e professionali, la negazione di presente e futuro per migliaia di famiglie catanesi. Abbiamo già avuto risposte significative dalle istituzioni locali, ma non basta. Crediamo, infatti, che i Comuni non abbiano ancora agito con la determinazione necessaria per stimolare la ripresa in edilizia con il completamento delle infrastrutture incompiute e il consolidamento di scuole e altri edifici pubblici”. Mattone si appella alla Regione cui chiede “più energie e tempo all’approvazione della Finanziaria-bis e delle norme per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione isolana alle imprese”, e a Crocetta per la “colpevole inutilizzazione del Fondo sociale europeo”.

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