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Aci Sant'Antonio, Geoambiente molla gli operatori ecologici

ACI SANT'ANTONIO. Intorno alle 21 di mercoledì sera, sono scesi dalle impalcature i quattro netturbini del cantiere di Aci Sant'Antonio che si erano arrampicati sul ponteggio della chiesa madre del paese, in ristrutturazione, lamentando i quattro mesi di ritardo dei loro stipendi: alla disperazione è infatti subentrata la rassegnazione. L'incontro tenutosi mercoledì pomeriggio in Prefettura, tra GeoAmbiente e i sindaci di Aci Sant'Antonio, Valverde e Acicatena, tutti i centri colpiti dalla crisi gestionale della ditta, non ha infatti dato gli esiti sperati. Tutt'altro. Il commissario che cura gli interessi di GeoAmbiente punta infatti solo a salvaguardare l'azienda ed evitarne il fallimento: ha adoperato i soldi, erogati dai tre comuni per pagare i netturbini, per saldare, invece, i debiti con i fornitori. Peggio ancora, GeoAmbiente negli ultimi mesi non ha neanche pagato agli istituti di credito il quinto dello stipendio dei netturbini che avevano ottenuto un prestito, inguaiandoli anche in quella direzione, visto che i creditori non potranno che cercare di rivalersi sui lavoratori stessi. Nell'incontro di ieri sera, poi, il commissario ha annunciato l'intenzione di rescindere unilateralmente i contratti, ritenuti troppo onerosi e non convenienti, con i comuni di Acicatena, Valverde e Aci Sant'Antonio che, di fatto, allo stato attuale non hanno più una ditta che gestisca la raccolta della spazzatura; con tutte le conseguenze del caso. per affrontare il problema, il Comune di Aci Sant'Antonio ha già dato mandato agli uffici di accelerare i tempi per la nuova gara d'appalto, nell'ambito dell'Aro, che andava fatta entro fine luglio. Nel frattempo, però, chi raccoglierà la spazzatura in città? L'unica arma che ha in mano il sindaco in questo momento è quella dell'ordinanza di somma urgenza, ma anche in questo caso si pone il problema: a quale ditta rivolgere quest'ordinanza, visto che GeoAmbiente non "funziona" più? Domande al momento senza risposta. Ma la situazione peggiore resta quella dei netturbini: il Comune, più che inserire nel prossimo appalto una clausola a salvaguardia di quei posti di lavoro, non può fare. E non è rimasto nessuno che possa garantire ai dipendenti gli stipendi di gennaio, febbraio, marzo e metà dicembre. Stipendi che, verosimilmente, andranno perduti.

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