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Acciaierie di Sicilia in piena crisi: a Catania 50 posti a rischio taglio

CATANIA. Con il bilancio 2013 in perdita di 5 milioni di euro e il costo dell’energia elettrica che in Sicilia, a livello industriale, è tra i più cari d’Italia, arrancano a Catania le Acciaierie di Sicilia (AdS, gruppo Alfa Acciai di Brescia). Un campanello d’allarme che ha dato vita a una importante e delicata trattativa sindacale fra la proprietà e i rappresentanti dei lavoratori del comparto metalmeccanici (Cgil Fim, Cisl Fiom, Uil Uilm) per scongiurare il peggio. È di ieri la notizia che, per salvaguardare il futuro dell’intera azienda - e dopo una sperimentazione positiva avviata ai primi di maggio - si arriverà a breve al taglio di 50 posti di lavoro sui 210 dello stabilimento. «Le assemblee – precisa Stefano Materia Fiom – sono in corso. E l’accordo deve essere ulteriormente perfezionato. L’obiettivo è quello di dare la precedenza nei licenziamenti ai lavoratori prossimi alla pensione, con incentivi e mobilità. Per gli altri attiveremo gli ammortizzatori sociali». Secondo un comunicato diffuso dalla proprietà, l’accordo, oltre al taglio di 50 unità, prevede anche «la riorganizzazione del lavoro per generare nuove efficienze; il ridimensionamento del 10% dell’orario; l’utilizzo della “Banca Ore” per la flessibilità; la gestione del calendario con fermate collettive». La vertenza AdS pone sul piatto la questione del costo dell’energia che nell’isola è più costoso che altrove (a causa di un elettrodotto ridotto di portata e vetusto nella struttura). Senza contare che in stabilimenti come le acciaierie, la voce energia elettrica è l’80% dei costi di produzione. E questo penalizza le imprese nostre e quelle che vorrebbero investire qui. «Per rimanere sul mercato, soprattutto nell’export – scrivono nella nota AdS - serve competitività di base. Da un lato, scaturisce da questo nuovo assetto interno. Dall’altro deve arrivare dal fronte del prezzo dell’energia e dal rottame prodotto sull’isola: la materia prima potrebbe essere interamente trasformata in Sicilia anziché seguire vie più opportunistiche e speculative». Sulla vicenda è intervenuto il sindaco Bianco che ha annunciato il suo impegno sul fronte della riduzione dei costi dell’energia e sulla scelta di trasformare in Sicilia il rottame di ferro qui prodotto, evitando speculazioni. 

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