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Operazione Caronte a Catania: immagini e intercettazioni - Video

CATANIA. E' scattata questa mattina all'alba l'Operazione Caronte da parte del Ros, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania e della DDA, con l'esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere, assestando un duro colpo al clan mafioso associato alle famiglie Santapaola-Ercolano.

I provvedimenti sono scaturiti per i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza nel mercato dei trasporti ed intestazione fittizia di beni.

Al centro delle indagini l'infiltrazione di Cosa Nostra nei settori dei trasporti marittimi e terrestri, dell'edilizia e della grande distribuzione alimentare delle carni. Contestualmente è stato eseguito un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro comprendenti 31 imprese, 7 immobili e 4 autoveicoli compiuto tra Catania, Palermo, Messina, Napoli, Mantova e Torino. I principali indiziati sono stati Vincenzo Ercolano e Vincenzo Aiello, coadiuvati dagli imprenditori Francesco Caruso e Giuseppe Sciuto.

Le investigazioni hanno permesso di fare luce sui rapporti dei soggetti con esponenti di spicco della politica come l'allora Presidente della regione Raffaele Lombardo e Giovanni Cristaudo per accelerare le pratiche amministrative.

Per questo era stato anche creato il Partito Nazionale degli Autotrasportatori nel 2008, canale privilegiato con la pubblica amministrazione per l'incasso di ecobonus. Altra strada per gli sviluppi del gruppo mafioso quella degli accordi con la ditta Amadeus, riconducibile al latitante Amedeo Matacena già condannato nel 2012, con l'affitto di tre navi da utilizzare come vettori per il collegamento via mare tra la Sicilia e la Calabria.

Nelle attività relative alla commercializzazione delle carni per la grande distribuzione sarebbero emersi interessi dell'associazione mafiosa per le aziende di Carmelo Motta gestore delle macellerie dei supermercati Fortè e Giovanni Malavenda, per gli Eurospin Sicilia.

L'intervento è servito per impoverire le cosche criminali ed i singoli affiliati incidendo anche sul controllo territoriale dell'organizzazione mafiosa ripristinando condizioni di legalità nell'economia. (a cura di Alessandro Famà)

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