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A Catania i saldi sono "spuntati"

Da qualche anno è una guerra tra poveri, che ha visto i commercianti di città contrapposti a quelli dei centri commerciali. Tutti lamentano un calo dei consumi del 5%

CATANIA. «Un Natale a tinte grigie ed un 2014 decisamente negativo». È il commento lapidario sull’andamento del settore commercio che esce fuori da via Mandrà, sede storica dell’associazione commercianti. Una guerra tra poveri che ha visto sia gli esercenti della città che quelli dei centri commerciali, fare i conti con un altro anno contraddistinto da un calo dei consumi mediamente del 5 per cento, tanto che gli sconti «sottobanco» sono una prassi, anche se ufficialmente inizieranno sabato prossimo. «Il clima di fiducia della gente - dice Francesco Sorbello vice direttore provinciale di Confcommercio - è da tempo sotto le scarpe: nel nostro territorio pesano le molte vertenze locali aperte, le incertezze nazionali, il crollo delle imprese e la disoccupazione galoppante, specie tra la fascia con la maggiore propensione ai consumi: i giovani, per i quali si registra un livello di disoccupazione da brividi (intorno al 36,2 per cento, ndr). A soffrire maggiormente il settore della moda, ma non sono andati bene neanche tessile casa ed articoli sportivi e tecnologia. Abbiamo notato anche uno scontrino medio più basso nel settore alimentare».  Neanche le festività di fine anno, attese nel passato come una manna, sono riuscite, dunque, a far quadrare il bilancio annuale dei negozianti. «L’effetto Natale — dice ancora il vice direttore di Confcommercio — ormai da alcuni anni si manifesta solo negli ultimi sette-otto giorni. Troppo pochi per coprire un anno negativo. E per dire la verità hanno lavorato bene solo quelle attività che hanno pubblicizzato, utilizzando la tecnologia, gli sconti. Un tempo a dicembre nessuno, o in pochissimi, pensava a vendere con ribassi, quest'anno addirittura molte attività hanno praticato chi il 30 chi il 40 per cento di sconto, percentuale proprie da saldi di fine stagione».

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