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Catania, valzer di assenze: polemiche in Consiglio comunale

Polemica sulla ripetuta mancanza di numero legale e sulla produttività degli eletti. Arcidiacono: «I catanesi abbiano un report dell’attività dei singoli»

CATANIA. Trentatré, o poco meno, la media delle firme di presenza. Ventidue, invece, quanti hanno «resistito» a Palazzo degli Elefanti sino alle votazioni finali. I numeri delle sedute del Consiglio comunale nell'ultimo mese dell'anno rivelano, ancora una volta, un indice di assenteismo che progredisce col passare delle ore di assemblea. Il 4 dicembre, la «forbice» più evidente: ben trentotto su quarantacinque gli arrivi, appena dieci i votanti. E seduta conclusa «per mancanza di numero legale», com'era già ripetutamente avvenuto in passato.

«Visto che a ogni occasione ci ritroviamo in ventidue o anche meno, nessuno può scandalizzarsi se la Regione vuole adesso ridurre il nostro Consiglio a trentasei componenti», ha esclamato sabato il vicepresidente Tino Tringale - esponente di minoranza, tra i leader del gruppo di centrodestra «Area Popolare» - commentando il progetto di tagli elaborato da Alessandro Baccei, assessore al Bilancio nel governo Crocetta. Sulla questione interviene adesso l'altro «vice» della presidente Francesca Raciti, l'ex «Articolista» Sebastiano Arcidiacono, ora passato alla formazione del deputato regionale Lino Leanza «Sicilia Democratica».

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