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Catania, omicidio al Maas: "Fu legittima difesa"

CATANIA: "Le immagini provano il comportamento violento dei fratelli Giuffrida nei confronti delle guardie giurate" di servizio all'ingresso del Maas, il mercato agroalimentare di Sicilia in contrada Jungetto, la notte del 4 ottobre 2013. Immagini forti che avallerebbero la legittima difesa. E' stata questa la tesi che ieri, al processo con rito abbreviato davanti al gup Marina Rizza, gli avvocati Salvatore Trombetta e Fabrizio Siracusano hanno portato avanti in difesa di Graziano Longo Minnolo, il vigilantes imputato per l'omicidio di Giuseppe Giuffrida avvenuto in seguito a disordini scoppiati per l'accesso alla struttura da parte della vittima e del fratello Agatino.

"Il filmato che è stato esaminato in aula - ha dichiarato l'avvocato Trombetta - va contestualizzato anche con le dichiarazioni testimoniali. Tre circostanze processuali emerse dimostrano che la violenza è stata inaudita e protratta per tutti i 5 minuti del video. Non è vero che al momento dello sparo la violenza era cessata, anzi. Dalla ricostruzione dei carabinieri, dalle foto, si nota come nel momento in cui c'è stata una pausa, la situazione stava degenerando". Ci sarebbe poi un frame, hanno sostenuto i legali, in cui la vittima avrebbe tentato di disarmare Graziano Longo Minnolo. "Lo sparo in aria - ha proseguito Trombetta - e la presenza di due pistole in mano ai vigilantes non hanno avuto alcuna deterrenza; i Giuffrida non avevano timore. Un addetto alla sicurezza ha affermato di avere sentito, prima dello sparo, la frase di tia non mi scantu".

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