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Tragedia al depuratore di Mineo, confermate le condanne in appello

Nel 2008 morirono sei operai durante la pulizia dell'impianto

CATANIA. Cinque anni per il titolare della ditta Salvatore Carfì e per per il capocantiere Salvatore La Cognata; tre anni e sei mesi per il responsabile dell'ufficio tecnico Marcello Zampino e per l'addetto al depuratore Antonino Catalano; tre anni per l'ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Mirata e per il responsabile dell'ufficio prevenzione Giuseppe Virzì, che in primo grado era stato assolto. Sono le condanne della sentenza emessa dalla terza sezione penale della Corte d'appello di Catania nel processo sull'incidente sul lavoro che l'11 giugno del 2008 nel depuratore comunale di Mineo provocò la morte di sei persone. I giudici hanno sostanzialmente accolto la tesi del Pm Sabrina Gambino che ha sostenuto la tesi della concausa per i decessi nello sversamento di idrocarburi nella vasca che gli operai stavano pulendo. In primo grado, il 26 novembre del 2012, il Tribunale di Caltagirone aveva comminato condanne per complessivi 17 anni e sei mesi ed assolto l'ex sindaco di Mineo Giuseppe Castania, non presente nel processo di secondo grado, e il responsabile del servizio di prevenzione, Giuseppe Virzì. Nell'incidente del depuratore di Mineo, a causa delle esalazioni tossiche in una fase di pulitura, persero la vita sei persone: i dipendenti comunali Salvatore Pulici, Giuseppe Palermo, Natale Sofia, Giuseppe Zaccaria, ma anche due operai della società Carfì: Salvatore Tumino e Giuseppe Smecca.

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