Le ombre del voto di scambio sull'Aula di Palazzo degli Elefanti. Sono state sollevate da Nello Musumeci, presidente dell'Antimafia regionale, che ieri ha spiegato di avere ricevuto "con lettere anonime e notizie giunte alla Commissione" segnalazioni sul sostegno assicurato dalla criminalità "a 3 o 4 consiglieri comunali catanesi" in occasione delle elezioni del 2013. Nessun nome: "Non posso farli", ha affermato il deputato dell'Ars che ha pure annunciato "per i prossimi giorni" la consegna di tutta la documentazione alla Procura distrettuale. Sempre ieri, il sindaco Enzo Bianco e la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti si sono rivolti al procuratore capo Giovanni Salvi per chiedere "ogni approfondimento utile a fare massima chiarezza" sulle dichiarazioni dell'esponente de "La Destra".
Nella sua nota, in particolare, Francesca Raciti ha scritto che quella di Musumeci è "una denuncia non circostanziata e assolutamente inusuale nei modi, soprattutto per chi é presidente della commissione Antimafia dell'Ars". Quindi, ha sollecitato l'intervento della magistratura: "Tali gravissimi episodi, se confermati, lederebbero la correttezza e l'onorabilità di tutto il Consiglio".
Nello Musumeci, leader di opposizione nell'Assemblea regionale, ha escluso che esistano allo stato attuale elementi per ipotizzare lo scioglimento del Consiglio comunale: "Una cosa è il voto di scambio, altra cosa l'infiltrazione mafiosa", ha esclamato. E ancora: "In alcuni quartieri cittadini, a ogni elezione, basta osservare i risultati elettorali per accorgersi come puntualmente si verifichino significativi spostamenti di preferenze in favore di candidati sconosciuti". Per il sindaco Enzo Bianco, "la città ha bisogno di capire e sapere notizie certe: lo meritano i tanti catanesi onesti che lavorano e vivono con la schiena dritta".
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