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Catania, polemiche roventi in comune sul caso Ance

CATANIA. "Mi è sembrato strano non vedere in Consiglio i fedelissimi del sindaco. Eppure, dovevamo votare un documento dell'Anci Sicilia contro i tagli di bilancio imposti agli enti locali dal Governo nazionale e da quello regionale. Forse, pesa il fatto che appena pochi mesi fa proprio in questo Comune sia venuto il premier Matteo Renzi...". Sebastiano Anastasi, esponente di Grande Catania nell'Aula di Palazzo degli Elefanti e consigliere dell'Associazione isolana dei Comuni, non ha proprio digerito la mancata approvazione dell'ordine del giorno - "uno dei più importanti, da quando ci siamo insediati" - sull'ulteriore riduzione di trasferimenti annunciata da Stato e Regione. Appena 22 i presenti lunedì, quando ne servivano 23. Addirittura 17, martedì. "Mi aspettavo che la maggioranza fosse sollecitata da chi di dovere a partecipare in massa, anche in considerazione del fatto che Enzo Bianco è il presidente del Consiglio nazionale dell'Anci", esclama il rappresentante di opposizione. "Non sono d'accordo, però, con chi parla di schiaffo al sindaco", esclama Anastasi commentando una battuta pronunciata martedì sera dal capogruppo di Area Popolare, Manlio Messina. Spiega il consigliere comunale e dell'Anci Sicilia: "Quando il primo cittadino ha deciso che si sarebbero dovute votare delibere puramente simboliche come quella sulle unioni civili, il numero legale non è certo mancato. Vero è che quell'atto è stato approvato solo grazie al voto decisivo di un rappresentante di opposizione, ma è passato. Adesso, invece, Catania rischia di essere tra le poche, forse l'unica nell'Isola, che non ha adottato la nota di protesta proposta dall'Associazione Comuni in un momento drammatico per questi enti. Praticamente, quest'anno sarà impossibile presentare i bilanci!".

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