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Catania, polemiche per il "consiglio degli assenti"

Nelle prime 10 assemblee dell’anno, ventotto presenti e appena ventuno votanti in media per seduta. Il capogruppo Porto: «Ogni riunione costa circa 10 mila euro»

 CATANIA. Al tagliando delle prime dieci riunioni dell’anno, il Consiglio comunale «vanta» una media di 28 firme di presenza, ma appena 21 votanti per seduta. Considerato che le poltrone sono 45 e che in prima convocazione devono risultarne occupate almeno 23 perchè le delibere possano essere approvate, si spiega facilmente il motivo per cui un gran numero di riunioni sono state vanificate da «mancanza di numero legale». Un bel problema, anche per le casse cittadine: «Ogni Consiglio, considerati pure gli straordinari degli impiegati, costa all’incirca 10 mila euro», spiega il capogruppo della civica «Con Bianco per Catania» Alessandro Porto . In un paio di mesi, quindi, 60 mila euro — o giù di lì — sono andati in fumo per «mancanza di numero legale». La presidente dell’Aula di Palazzo degli Elefanti, Francesca Raciti , ammette sconsolata: «In effetti, nell’ultimo periodo questo problema s’è verificato troppo frequentemente».

Santi Bosco, che guida Forza Italia, esclama: «La questione delle assenze è stata recentemente affrontata in una conferenza dei capigruppo e, malgrado il mio parere contrario, fu deciso di spostare l’orario di inizio dalle 17 alle 18 per venire incontro a chi ha impegni lavorativi. Non mi pare che la situazione sia migliorata, anche se bisogna pure ricordare come l’amministrazione in queste settimane non abbia finora portato in Consiglio alcuna delibera significativa». L’esponente di opposizione aggiunge: «Finora, molti atti sono passati solo grazie alla responsabilità dei gruppi di minoranza che hanno garantito la presenza. È evidente che la maggioranza non tiene, non regge. La ragione sta nel fatto che è fondata sui transfughi, transitati in massa dal centrodestra al centrosinistra al momento delle elezioni. Sono consiglieri di frontiera, chissà che pretese accamperanno con il sindaco Enzo Bianco. Gli appetiti sono forti. E mi riferisco, ovviamente, pure ai posti di assessorato che adesso sono rivendicati dai gruppi di più recente formazione».

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