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Lavoro nero, la denuncia di Cgil: "Calano i braccianti nel catanese"

CATANIA. Gli occupati in agricoltura aumentano in Italia (+ 4%) ma nella Piana di Catania diminuiscono. E diminuisce pure il numero dei braccianti iscritti alle liste anagrafiche dei comuni etnei insieme alle giornate lavorate, nonostante per la produzione agricola sia stata particolarmente ricca. Sono alcune delle incongruenze contenute nel report sull’occupazione agricola nel Catanese reso noto ieri da Cgil. In provincia, rispetto all’anno scorso ci sono mille addetti in meno e, per la prima volta, i braccianti iscritti negli appositi elenchi sono inferiori a 30 mila unità. Diminuisce anche la media della giornate lavorate, che da 121 scende a 106. Un calo che non collima con gli eccellenti livelli di produzione. Il paradosso è tutto qua.

Come è possibile, infatti, che a fronte di una produzione in aumento, la forza lavoro – almeno quella ufficiale – diminuisca sulle tabelle ufficiali? La risposta è contenuta in “Terranera”, un video-denuncia prodotto da Cgil e dalla Flai che in 23 minuti documenta la drammatiche condizioni di chi lavora nei campi tra l’indifferenza delle istituzioni.

I protagonisti sono persone vere: ci sono persino intere famiglie (inclusi bambini di 8-9 anni che le madri braccianti, immaginiamo, non sanno a chi lasciare), caricati all’alba su fatiscenti pulmini e destinati all’inferno di «campagne senza regole». Gli autori sono il sindacalista della Cgil Massimo Malerba e il regista Riccardo Napoli. Mèntori due sindacalisti di strada, Nino e Pino, da molti anni impegnati a contrastare l'illegalità nelle campagne, documentando una realtà complessa.

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