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Delitto della Playa, il marocchino accusato di un terzo omicidio

A Zakaria Ismaini viene contestato anche l’omicidio di un pensionato pugliese, tramortito e dato alle fiamme ancora in vita

CATANIA. Letizia Consoli, cinquantenne vedova catanese, Anna Maria Stellato detta «Luna», ventiquattrenne ligure, Cosimo Mastrogiovanni, brindisino di 63 anni. Tre morti che hanno elementi in comune e, adesso, il sospetto di tre Procure italiane che ad agire sia stata sempre la stessa mano. Quella di Zakaria Ismaini, 32 anni, marocchino, attualmente detenuto nel carcere di Siracusa, che oltre ad essere indagato per l’omicidio della signora etnea e dell’uomo pugliese, è finito al centro di un’indagine appena riaperta dalla Procura di Rimini sul decesso della giovane Luna Stellato, avvenuto il 14 luglio 2012, secondo la prima inchiesta «per cause accidentali». Ovvero per un annegamento dopo un malore causato forse dall’assunzione di eroina.

Luna venne ritrovata in mare, come un mese fa la catanese Letizia Consoli. Pure lei seminuda e con una ferita in testa. Ed anche in quel caso, risalente all’estate 2012, spunta la figura di Zakaria Ismaini. Fu l’ultimo ad avere visto viva la ragazza, conosciuta durante la notte e con la quale aveva fatto amicizia. Nel corso della prima indagine, il giovane mostrò un atteggiamento collaborativo con gli investigatori romagnoli. Raccontò che Luna si era sentita male in acqua, dopo essersi iniettata una dose di eroina e che lui non fece nulla per salvarla perché «ero spaventato e temevo di essere coinvolto». Ammise, dunque, di essere fuggito, di avere preso la borsa della giovane, senza ragione, e di averla gettata in un cassonetto.

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