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"Gettonopoli ad Acireale", il presidente del consiglio: per nulla improduttivi

Il presidente del Consiglio, quelli delle Commissioni e i capigruppo sembrano una squadra di calcio impegnata in una difesa a oltranza delle scelte operate

ACIREALE. «Gettonopoli» acese. Il presidente del Consiglio comunale, Saro Raneri, i presidenti di Commissione, i capigruppo consiliari, sembrano una squadra di calcio impegnata in una difesa a oltranza. Pronti a scaraventare il pallone in tribuna, se necessario. Tutti dietro, compatti, a ribattere palla su palla alle accuse che piovono loro addosso, in una disperata autodifesa del Consiglio comunale, dopo lo "scandalo Gettonopoli" scoperchiato dalla deputata regionale M5S Angela Foti, e finito anche sui Tg regionali (Tg3) e nazionali (Tg5). A volte rischiando anche il tackle da rigore, come quando il Raneri sostiene, sbagliando, che non sia possibile, abbassare il gettone di presenza dei consiglieri acesi, 63 euro e spiccioli contro i 56 previsti dal minimo di legge.

"Il nostro non è un consiglio improduttivo - spiega Raneri - Non siamo gente che se ne va in giro a sprecare i soldi dei contribuenti. Abbiamo varato regolamenti importanti, come quello sull'utilizzo dei beni confiscati alla mafia, tanto per citare l'ultimo in ordine di tempo. O ancora, quello per la tutela dei commercianti che denunciano il racket". E tante altre mozioni votate nell'arco di otto mesi, un tempo troppo breve, secondo il presidente, per apportare cambiamenti significativi: "Dopo l'approvazione del bilancio - chiude Raneri - tutto il lavoro fatto da questo consiglio vedrà i propri frutti".

 

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