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Catania, un immobile di via VI Aprile per dormitorio

CATANIA. Polemiche e veleni per i roghi al campo rom di Zia Lisa e l’erigendo Museo dell’arte di viale Africa. Dopo il botta e risposta fra Bene Comune e Rete Antirazzista da una parte e amministrazione comunale dall’altra, i dirigenti delle due associazioni non si sono detti soddisfatti delle risposte e delle assicurazioni fornite dal vice sindaco, dall’assessore al Welfare e di quello alla Cultura.
«Da tempo chiediamo al Comune - dicono i dirigenti delle due associazioni - di mettere a disposizione delle strutture e di attrezzarle al fine di garantire luoghi dignitosi per chi è senza fissa dimora. Sono centinaia le persone, italiane e migranti, che abitano in città, ma non hanno nessun luogo dove passare la notte e sempre più frequenti sono gli accampamenti di fortuna nei quali si sopravvive in condizioni inumane».
Bene Comune e Rete antirazzista, insieme a un gruppo di associazioni e movimenti, sono i primi firmatari di una mozione attraverso la quale il movimento ha formalizzato la richiesta di istituire un dormitorio e allestire alcuni bagni chimici nelle zone della città maggiormente frequentate dai senza fissa dimora.

«Nessuna risposta è ancora arrivata e l'assessorato ai Servizi sociali non ha reperito neanche le poche migliaia di euro utili a montare i bagni. Catania è l'unica grande città d'Italia che non possiede un dormitorio comunale pubblico», sostengono i ricorrenti.
Per affrontare pubblicamente la tematica, oggi, con inizio alle 10,30, in piazza Giovanni XXIII (Stazione ferroviaria), di fronte alla Fontana del ratto di Proserpina, è in programma una conferenza stampa, che ha come finalità quella di sensibilizzare l’amministrazione comunale e l’opinione pubblica per chiedere immediati interventi al Comune e per denunciare la situazione dell'accoglienza in città, all'indomani dell'ennesimo incendio che ha colpito i senza fissa dimora. La conferenza stampa si svolgerà proprio in un luogo dove abitualmente si ritrovano i senza tetto, di fronte alcuni degli immobili che si trovano in via VI Aprile, che potrebbero immediatamente essere destinati a dormitorio comunale.

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