CATANIA. «Era la mia prima volta e anche l'ultima perchè esco definitivamente da questo mondo». Così il patron del Catania, Antonino Pulvirenti al termine del processo al Calcioscommesse in cui la Procura Figc ha chiesto la retrocessione del club in Lega Pro a -5. «Ho messo tutto in mano a un avvocato - aggiunge -. Esco da proprietario del club. Richieste leggere? Ho collaborato sin dall'inizio. Evidentemente il Procuratore Palazzi ha ritenuto questo atteggiamento congruo, ma io con questo chiudo col calcio».
«Ho fatto i nomi di altri giocatori e situazioni che sono coperte da segreto, il procuratore deve fare ulteriori indagini», spiega Pulvirenti in merito alla sua audizione in Procura Figc chi gli è valsa l'attenuante nelle richieste di Palazzi al Tribunale Federale Nazionale. «Il Catania sopravvive? Aspettiamo la sentenza - rileva il patron dei rossazzurri al termine del processo -. Il Catania esce fuori da una situazione per colpa mia. Non so alla fine se ha beneficiato di qualcosa, il tempo lo dirà. Io ero in una situazione dove sono stato pesantemente minacciato, a Catania non è semplice. Mi sono stati recapitati dei proiettili con delle minacce di morte a me e alla mia famiglia. Ho fatto un errore, dovevo essere più forte». Sul Daspo comminatogli oggi dal questore di Catania, invece: «Vedremo di fare ricorso, mi sembra una pena eccessiva - conclude -. Di solito viene dato in caso di atteggiamenti violenti, non credo di aver usato violenza contro nessuno. Io il Daspo già me lo sono dato da solo perchè non assisterò più alle partite nemmeno da spettatore».
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