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"La Regione non paga": bus Amt verso lo stop a Catania

CATANIA. «La Regione Siciliana non manda soldi e l’amministrazione comunale non ha la possibilità economica...che si fa? Fermiamo gli autobus?». Faisa-Cisal e Ugl Traporti, con i segretari provinciali Romualdo Moschella e Giuseppe Scannella «puntano il dito» contro Regione e Comune perché di fatto l’Amt, l’azienda municipale trasporti catanese, ha un contratto di servizio con il Comune di Catania che non rispetta per garantire i trasporti cittadini e il diritto dei lavoratori.

Mancano i soldi e sindacati e lavoratori non nascondono la preoccupazione per il futuro incerto. Gli scioperi di maggio e giugno con l’adesione di circa l’80% del personale non hanno portato a nulla. E a distanza di tre mesi i dipendenti dell’Amt sono pronti nuovamente a scendere in piazza. «Per i lavoratori - secondo i segretari Moschella e Scannella - manca da parte dell’azienda un piano industriale adeguato, non ci sono più le sicurezze economiche per andare avanti perché la Regione continua a non mandare il contributo che spetta all’azienda, mancano i pagamenti del quarto quadrimestre 2014 e il terzo e quarto del 2015«.

Il problema non sono solo gli stipendi, ma il futuro stesso dell’azienda. «Giornalmente – denuncia Moschella - non escono in città più di 90-95 mezzi a fronte di un parco mezzi di 130. Autobus che sono vecchi e con cui non riusciamo a garantire un servizio ottimale, che proprio a causa della mancanza di soldi non è possibile rinnovare. Se da un lato il presidente Lungaro – dice il sindacalista - parla di un’azienda con un utile da 300 milioni di euro, noi facciamo i conti con un’azienda in crisi e con gravi difficoltà economiche. Eppure si inaugura la linea ”Librino Express” – conclude Moschella - che si aggiunge all’Alibus per l’aeroporto e al Brt. Con quali mezzi? Con le vetture che si trovano in giro che vengono tolte alle linee periferiche per questi nuovi collegamenti. Dopodiché il servizio cittadino non è funzionale e i cittadini aspettano ore alle fermate. Poi la gente se la prende con gli autisti. Si cerca di costruire una facciata su una struttura in pessime condizioni».

Secca la replica del presidente dell’Amt, Carlo Lungaro: «Ritengo grave il fatto che si speculi su queste vicende che sono ormai note, i sindacati lo sanno cosa comporta il patto di stabilità, credo sia una richiesta di chi forse non ama questa struttura, questo presidente. La Regione, vincolata dal Patto di Stabilità – continua Lungaro - attualmente non paga, ci deve dare qualcosa come oltre 22-23 milioni di euro e ci mette in crisi. Se prima i miei colleghi non avevano ricevuto lo stipendio per uno o due mesi, se non tre, adesso lo stipendio lo hanno sempre ricevuto puntualmente. Questo mese lo hanno ricevuto metà con 10 giorni di ritardo, l’altra metà spero arrivi entro fine mese perché stiamo aspettando i soldi in arrivo dal ministero. L’azienda gode economicamente di un’ottima situazione, è finanziariamente che, siccome dipendiamo dalle risorse della Regione, abbiamo problemi. Mi dispiace che questi colleghi non sentano il dovere di stare vicino all’azienda in un momento dico non difficile perché l’azienda economicamente sta in piedi e riesce a fare un buon servizio, il migliore del sud Italia, anche se con difficoltà enormi. Il Comune di Catania deve ricevere tanti milioni di euro dalla Regione e per via dello stesso scellerato patto di stabilità non prende un euro. Con l’aggravante che il Comune non riceve i soldi dello Stato e che mi è stato confermato arriveranno i primi giorni di ottobre”.

All’amministrazione comunale Faisa Cisal e Ugl Trasporti consegneranno una lettera aperta perché è “impensabile – dicono i sindacati - che un sindaco non si renda conto di quello che sta succedendo, perché l’Amt è un servizio essenziale e i cittadini non ne possono essere privati. Abbiamo chiesto di essere ricevuti dal Prefetto e entro 10 giorni se non avremo risposte saremo pronti ad un sciopero di 24 ore».

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