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Mafia, gestione della droga nel Catanese: 37 ordinanze. Nomi e foto dei coinvolti

Blitz della polizia a Catania, tra gli indagati anche i titolari di una onlus che gestisce un servizio di ambulanze nel capoluogo etneo e di quello di una ditta di onoranze funebri

CATANIA. Frange criminali che operano in alcuni di rioni di Catania e nell'hinterland etneo e legate alla cosca mafiosa Cappello-Bonaccorsi, specializzate nel traffico di sostanze stupefacenti, sono state disarticolate dalla Polizia di Stato che ha eseguito un'ordinanza nei confronti di 37 persone.

Le indagini della Squadra mobile hanno evidenziato il coinvolgimento nello spaccio di droga del titolare di una onlus che gestisce un servizio di ambulanze nel capoluogo etneo e di quello di una ditta di onoranze funebri, dove, secondo l'accusa, era stata realizzata la base logistica per l'organizzazione criminale.

L'ordinanza di custodia cautelare per i 37 indagati è stata emessa dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) della Procura di Catania e ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e reati in materia di armi, con l'aggravante del metodo mafioso.

La misura cautelare è stata emessa dal gip a conclusione di due distinte attività di indagine che hanno riguardato la cosca Cappello-Bonaccorsi e che hanno attestato la sua piena operatività nei quartieri di San Cristoforo, Monte Po, e San Berillo Nuovo oltre che nell'hinterland, nella frazione Piano Tavola di Belpasso.

Tra i destinatari della misura cautelare vi è Salvatore Bonaccorsi - figlio di Concetto, detenuto e sottoposto al 41 bis, ritenuto al vertice dell'omonima cosca, Gaetano Lo Giudice, padre di Sebastiano, anch'egli detenuto al 41 bis, i fratelli Alessandro, Claudio e Marco Strano ed i fratelli Nicolò Roberto e Massimo Squillaci, appartenenti alle omonime famiglie radicate rispettivamente a Monte Po' e Belpasso - storiche componenti dell'organizzazione mafiosa Santapaola - Ercolano transitate tra le fila della cosca Cappello - Bonaccorsi.

Ad occuparsi dell'approvvigionamento e della successiva messa sul mercato dello stupefacente erano i fratelli Attilio e Gaetano Bellia che, oltre a gestire direttamente la piazza di spaccio di Monte Po si occupavano di controllare quelle nei rioni di San Cristoforo e San Berillo Nuovo.

Antonino Cosentino, oltre a gestire con Salvatore Spampinato la Onlus che aveva l'ambulanza con la quale veniva trasportata la droga, gestiva un'agenzia di onoranze funebri, la "Retop" che sarebbe stata utilizzata come base logistica per la consegna della sostanza stupefacente. Gli investigatori hanno inoltre accertato la cessione di stupefacenti con cadenza settimanale a Francesco Belluardo, titolare di un'agenzia di onoranze funebri di Francofonte. Nel corso delle indagini sono stati effettuati arresti in flagranza di reato e sequestri di sostanza stupefacente.

 

Tra questi quello di Antonello Ventaloro, di 44 anni, che il 19 marzo del 2013 fini' contro il muretto di un passaggio a livello durante un inseguimento con alcuni agenti in moto. All'interno dell'auto la Polizia rilevo' la presenza di tracce di sostanza stupefacente sui sedili e sul pianale e sequestro' circa 26 grammi di cocaina. Tra i destinatari del provvedimento vi sono alcune persone non appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi ritenute responsabili del reato di detenzione, trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti. Nei confronti di 11 persone il gip ha disposto gli arresti domiciliari.

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