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Myrmex, dai sindacati arriva il no al ritiro della mobilità

CATANIA. Ancora un no da parte della  Myrmex. Alla richiesta ufficiale di Cgil, Uil e Cisal di  ritirare le procedure di mobilità per i lavoratori l'azienda ha  risposto, come già affermato nei giorni scorsi al Ministero  delle attività produttive, che »non esistono presupposti di  fatto per la revoca della procedura«. Lo rendono noto Cgil, Uil  e Cisal di Catania.

Il confronto tra i rappresentanti sindacali  (per la Filctem Cgil e la Cgil, Margherita Patti, Peppe D'Aquila  e Giovanni Romeo, per la Uilctem Uil, Alfio Avellino, per la Rsu  Sebastiano Canarelli e Giovanni Cantone) e i rappresentanti  della Myrmex (presente il delegato Salvatore Celeste), si è  tenuto stamattina, e per l'occasione i sindacati hanno  nuovamente espresso la loro "opposizione a qualunque  licenziamento chiedendo il ritiro della procedura di mobilità  come già espresso in sede ministeriale - si legge nel verbale  della riunione - e come da invito all'azienda da parte del  Ministero delle attività produttive, in virtù anche di quanto  dichiarato dal Miur sulla mancata continuità della ricerca  relativa ai progetti PON ed in particolare al vincolo dei cinque  anni di mantenimento della stabile sede ed organizzazione". Nel  corso dell'incontro al Ministero, inoltre, l'assessore regionale  alle Attività produttive Mariella Lo Bello ha proposto uno  soluzione pubblico-privato con l'Università di Catania e  l'azienda che potrebbe mantenere in vita il laboratorio,  l'attività di ricerca e i posti di lavoro esistenti.

I sindacati aggiungono che »sul tema del vincolo la Myrmex ha  assicurato la stabilità della sedem elemento che però non  influirà positivamente sul destino dei lavoratori. L'azienda, in  praticamente non cambia idea nemmeno di fronte allo spiraglio  aperto dalla Regione«.   “L'atteggiamento dell'azienda - concludono i sindacati - si  mantiene rigido nonostante tutti i nostri tentativi di  confronto. Questa chiusura per noi non è sinonimo di fermezza ma  si traduce in mancanza di visione. Chiuderà un laboratorio  d'eccellenza, i lavoratori perderanno l'occupazione e il  territorio subirà un altro contraccolpo”

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