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Carcere di Catania, i Radicali: "Sovraffolato e con pochi agenti"

Migliorano condizioni ma manca serio piano riforma strutturale

CATANIA. Sovraffollamento, mediocri condizioni strutturali delle celle - con infiltrazioni di umidità sia nelle celle che nei corridoi - e carenza di agenti di polizia penitenziaria.

Sono le criticità emerse dopo una visita compiuta il 5 gennaio scorso nella casa circondariale di Catania Bicocca da parte di una delegazione del Partito radicale nell'ambito della mobilitazione promossa dal Partito Radicale e da Rita Bernardini. Ne facevano parte Luigi Recupero, Patrizia Magnasco, Stefano Burrello, Daniela Basile e Gianmarco Ciccarelli. Il carcere, un penitenziario di alta sicurezza, che ospita quasi esclusivamente detenuti condannati o imputati per reati riconducibili all'associazione di tipo mafioso ospita 192 detenuti.

Nel report si parla di una «alta percentuale (65%) dei detenuti impegnati in attività scolastiche, di "buone condizioni" dei locali adibiti ad aule scolastiche. Pochi, invece, i detenuti che lavorano: soltanto 35, tutti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria. Le sale per i colloqui sono state ristrutturate e oggi si presentano in "buone condizioni".

La struttura è a tutt'oggi priva di un funzionante impianto di riscaldamento e i radicali sottolineano che "il problema del riscaldamento è certamente il principale lamentato dai detenuti".

"Sebbene vi sia un modesto miglioramento nelle condizioni dovuto alla riduzione del sovraffollamento (che comunque permane) ed alla buona volontà di alcuni direttori, comandanti ed educatori - scrivono ancora i Radicali - nessun serio piano  di riforma strutturale è al momento previsto per risolvere alla radice gli annosi problemi che da sempre caratterizzano il sistema penitenziario italiano".

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