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Le antiche mele dell'Etna sono "slow food"

Sottile: "Vogliamo restituire dignità ai piccoli agricoltori"

CATANIA. Le antiche mele dell'Etna sono presidio Slow Food. Dopo anni di abbandono delle colture e conseguente rischio di estinzione, le meline, così chiamate dai produttori a causa delle piccole dimensioni, possono tornare ad essere uno dei fiori all'occhiello dell'agricoltura etnea.  «Il percorso per la creazione del presidio - spiega Francesco Sottile, agronomo della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, consigliere di Slow Food Italia e docente del dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali all'Università di Palermo - è iniziato nel 2013. I produttori della zona si sono dati parecchio da fare per la tutela di queste specie e con loro anche l'Ente Parco dell'Etna con il quale stipuleremo un protocollo di intesa che stabilirà le varie attività da portare avanti, compresa la stesura di un disciplinare, fondamentale per uniformare la produzione».

«Vogliamo recuperare un panorama varietale storico del Parco dell'Etna - afferma Francesco Sottile -, restituire dignità ai piccoli agricoltori ancora oggi motivati e consapevoli dell'importanza di mantenere il patrimonio vegetale storico della montagna». Con le antiche mele dell'Etna diventano quarantuno i presidi Slow Food siciliani e l'Isola rappresenta la regione italiana con il maggior numero di prodotti con la chiocciolina, «una dimostrazione - dice Sottile - del fatto che la Sicilia sia la madre della biodiversità mediterranea».

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