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Donna strangolata a Misterbianco, fermato l'ex convivente: "La gelosia come movente"

MISTERBIANCO. Una relazione intensa e sofferta, ma anche violenta, sfociata in un omicidio che ha il movente antico della gelosia e la 'gestione' del loro figlio di 4 anni, ma che affonda le radici nell'incapacità di amare veramente. Luana Finocchiaro, 41 anni, è la terza vittima di femminicidio in poche ore. A Brescia un uomo di 56 anni ha ucciso la moglie, un anno più piccola, a coltellate, e poi si è schiantato in auto contro un Tir, in autostrada, rimanendo ucciso sul colpo.

Lotta per sopravvivere Carla Ilenia Caiazzo, la 38enne che ieri a Pozzuoli (Napoli) il suo compagno ha tentato di ucciderla dandole fuoco. La donna, incinta, grazie ad un taglio cesareo, ha dato alla luce una bimba, dopo 34 settimane di gestazione. La piccola sta bene, ma lei, con ustioni sul 40% del corpo, è in pericolo di vita. Nel 2015, secondo dati del Viminale, ci sono stati 411 omicidi volontari, e in 127 casi le vittime erano donne.

Un dato in leggero calo rispetto al 2014, quando, secondo dati Eures, erano state 152. A strangolare Luana Finocchiaro, in casa, a Misterbianco, nel Catanese, secondo i carabinieri che lo hanno fermato, sarebbe stato l'ex convivente, Vincenzo Di Mauro, 37 anni, dal quale aveva avuto un figlio. Il bambino, al centro di un contenzioso tra i due genitori, era nell'abitazione quando il padre ha ucciso la madre, strangolandola vicino al letto.

Non si sarebbe accorto dell'accaduto, avvenuto nella notte tra il 31 gennaio e il 1 febbraio. L'uomo dopo avere commesso il delitto, secondo la ricostruzione degli investigatori, avrebbe preso il piccolo e lo avrebbe portato a casa sua. Quando sono arrivati i carabinieri per interrogarlo ha negato tutto: "sono innocente", ha detto ai militari dell'Arma. La stessa frase che ha ripetuto al Pm Alessia Natale, che ne ha disposto il fermo.

Gli investigatori sono certi della sua colpevolezza: tabulati telefonici e telecamere lo collocherebbero nella zona del delitto durante l'orario stimato della morte della donna. Contro di lui anche i suoi precedenti. Nel 2001 era stato arrestato dai carabinieri per un omicidio passionale: il 17 luglio del 2000 assassinò un suo vicino di casa, Francesco Tirendi, di 47 anni, perché aveva insidiato la sua fidanzata allora diciassettenne.

Durante un violento alterco lo aveva picchiato, gli aveva chiuso la testa in un sacchetto di plastica e infine lo aveva strangolato con un cinturino. Per quell'omicidio era stato condannato a 11 anni. Nel 2012 era stato nuovamente arrestato dai carabinieri, questa volta per lesioni personali nei confronti di Luana Finocchiaro. L'uomo, sorvegliato speciale, era stato posto ai 'domiciliari'. Ma dopo tre giorni la donna aveva ritirato la denuncia e lui era tornato libero.

"Le cose non andavano bene - ricostruisce un familiare della vittima - lei l'aveva denunciato perché non smetteva di picchiarla. Ma non riesco ad immaginare che lei non ci sia più". Per i vicini di casa Luana "era una persona educata e tranquilla", mentre la coppia "ogni tanto litigava, e si sentivano urla, ma nulla che lasciasse presagire la tragedia". Qualcuno di loro ha notato ieri mattina la porta di casa aperta, ma non ha dato grande importanza al particolare: "ho pensato che stesse uscendo, ma mai avrei immaginato una cosa del genere...".

A fare il tragico ritrovamento un fratello della donna, su insistenza della madre preoccupata perché Luana non rispondeva al telefono e non dava alcun segnale di sé. Quando ha saputo del delitto la prima cosa che ha detto ai carabinieri è stata: "vi prego trovate subito mio nipote", temendo il peggio anche per lui. La vittima aveva altri due figli, dal marito dal quale era da anni separata, che sono adolescenti e vivono con la nonna materna. Ed è a lei che i carabinieri hanno affidato il nipotino più piccolo, dopo averlo trovato in casa dell'altra nonna.

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