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"Voucher selvaggio", metà giovani senza lavoro a Catania

Giuseppe Oliva: « Gli occupati tra 20 e i 64 anni sono solo il 42%, la disoccupazione giovanile si è stabilizzata oltre il 50% (quella femminile oltre il 58%)»

CATANIA. Snobbati a Catania e provincia da commercio, turismo e servizi (secondo fonti Uil, che vi ha dedicato un dossier a carattere nazionale secondo cui vi è una forbice negativa nel settore in rapporto al resto d’Italia), i voucher secondo Nidil Cgil sembrano essere molto diffusi tra i lavoratori atipici etnei. Lo dice uno studio del sindacato presentato nel corso di un seminario organizzato dall'Università e dedicato al tema delle nuove identità e incertezza lavorativa, nel corso del quale ci si è interrogati sul sindacato e i diritti universali del lavoro.

A supporto del rapporto Nidil – categoria sindacale che si occupa di lavoratori interinali, partite Iva e Cococo – i dati raccolti fra gli iscritti dei servizi Caf e Inca. I voucher, introdotti dal Governo due anni fa per limitare il lavoro nero, possono essere cartacei o digitali. Vengono emessi dall’Inps e possono essere acquistati anche dal tabaccaio. Ognuno vale 10 euro lorde, di cui 7,50 vanno al lavoratore.

Spiega Giuseppe Oliva, coordinatore regionale di Nidil Cgil: “In Sicilia gli occupati nella fascia di età tra 20 e i 64 anni sono solo il 42%, la disoccupazione giovanile si è stabilizzata oltre il 50% (quella femminile oltre il 58%), il ricorso ai voucher nell’Isola è cresciuto del 97,4% per l’anno 2015, e la provincia di Catania rispecchia proprio questo andamento”.

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