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Affisse il poster "Mio figlio è Cosa nostra", oggi ai domiciliari per furto

CATANIA. A settembre dello scorso anno aveva annunciato il battesimo del proprio figlio pubblicizzandolo con due manifesti sei metri per tre, assieme a una festa con cantanti neomelodici, spiegando che «Questa creatura meravigliosa è... cosa nostra», insieme a una foto che ritraeva il piccolo con una coppola bianca. Oggi è agli arresti domiciliari per un furto con 'spaccata' in un'aerea di servizio di Giarre, nel Catanese, paese dove si sarebbe dovuta tenere la festa che fu poi rinviata.

 L'uomo è infatti tra i cinque che la polizia di Stato ha posto agli arresti domiciliari per quel furto, nell'ambito di un'inchiesta su una banda specializzata in assalti a bancomat, anche con l'uso di una ruspa, e contenitori blindati delle «casse automatiche» di stazioni di rifornimento carburanti che ha portato in carcere altre cinque persone.

Le indagini del commissariato di Acireale, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, sono culminate nell'emissione di un'ordinanza del Gip nei confronti degli undici indagati.

Tra loro, per uno solo dei cinque episodi contestati e per questo posto agli arresti domiciliari, c'è anche l'autore del manifesto che annunciava la festa del battesimo per «Questa creatura meravigliosa è... cosa nostra», assieme alla presenza tra gli «ospiti della serata» di sei cantanti (tre donne e tre uomini), in buona parte neomelodici. All'epoca lui spiegò che era stato un gesto goliardico, che la frase gli era stata ispirata dalla foto del figlio. Ma per prudenza il battesimo fu rinviato e la festa saltò, così come i cartelloni: il questore di Catania, Marcello Cardona, ne dispose infatti l'immediata rimozione.

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