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Giro di usura scoperto a Catania, 5 arresti: nomi e foto

Sono stati arrestati dai carabinieri di Catania cinque persone accusate del reato di associazione per delinquere finalizzata all’usura. Si tratta di Fabio Vincenzo Lombardo, di 38 anni, Alfio Lombardo,di 58 anni, Carmelo Puglisi, di 68 anni, Salvatore Lo Castro, di 78 anni, Orazio Napoli, di 34 anni. A finire nella rete degli usurai almeno 12 persone tutte con il vizio del gioco. Il giro d’affari è stato quantificato dagli inquirenti in circa 46 mila euro.

L’ indagine è stata svolta dal nucleo operativo della Compagnia dei carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania ed iniziata nel novembre 2013 con la denuncia di una delle numerose vittime.

Le attività di intercettazioni telefoniche, i servizi di osservazione e pedinamento, le dichiarazioni rese dalle vittime hanno consentito ai carabinieri di delineare le dinamiche dell’organizzazione criminale. Alfio Lombardo, noto come “Massimino”, il capo gruppo, Carmelo Puglisi il vice che gli fa da spalla, da accompagnatore e autista. Mentre tra gli altri c’è il “riscossore” di denaro che recupera le somme meno ingenti e ricorda ai debitori le scadenze dei termini pattuiti per i pagamenti. Mentre i due più giovani, tra questi il nipote del “capo”, che si occupano delle riscossioni di minore rilievo.

Nei sei mesi d’indagine i militari hanno scoperto la sede degli usurai che si trova nella zona della “pescheria”, piazza Alonzo di Benedetto, con l’appoggio di un vicino bar che si affaccia su Villa Pacini. Le cifre prestate all’ inizio non sono mai particolarmente elevate: mediamente il prestito è di circa 350 euro, necessari a soddisfare esigenze minime quotidiane o a sanare qualche debito di gioco, ma lievitano con facilità per i crescenti interessi praticati che arrivano facilmente da 25% anche a 100%. I contatti con le vittime sono frequenti, gestiti quasi prevalentemente in prima persona dal “Massimino”, che finge un rapporto di amicizia e comprensione con le vittime e le induce ad essere quasi riconoscenti per sua la sua tolleranza nei numerosi, inevitabili casi di posticipo del pagamento.

Le vittime sono quasi tutte persone con il vizio del gioco, dipendenti e inservienti, piccoli imprenditori. I cinque usurai non hanno mai fatto ricorso alla violenza, né ad atti intimidatori. Il gruppo guidato dal “Massimino” si è spinto a minacciare verbalmente i debitori in ritardo. Il denaro incassato costituisce il bacino di liquidità per altri prestiti. Il giro di “affari” illeciti è stato quantificato dagli investigatori a circa 46.000 euro, oltre 33.000 dei quali sono risultati provento di usura. Il Gip ha pertanto disposto, per i due soggetti a capo del sodalizio Alfio Lombardo e Carmelo Puglisi, il sequestro preventivo di beni sino al raggiungimento della somma estorta.

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